In questo capitolo:
INTRODUZIONE AL TEMA
Il percorso di progressiva autonomia delle nuove generazioni trova ulteriore spazio di espressione nella crescita del senso di appartenenza alle diverse comunità – locale, nazionale ed europea – da cui discendono senso di responsabilità e desiderio di contribuzione.
Fin dagli anni Duemila, partecipazione dei giovani è stata considerata dall’UE premessa fondamentale per la solidità e la vitalità della stessa democrazia in Europa. Nella visione europea, infatti, la marginalità dei giovani è causa del crollo della fiducia nelle istituzioni e della adesione alla vita democratica. Promuovere l’inclusione sociale delle nuove generazioni e la loro attivazione civica e politica, pur nei limiti del mandato europeo, ha costituito pertanto uno degli obiettivi degli interventi dell’UE in materia di giovani. ESPANDI
Il quadro emergente dai dati
Risultati della Youth Survey condotta da Eurobarometro nel 2021 su un campione di giovani di età compresa tra 16 e 30 anni.
In Italia, ha votato alle ultime elezioni (locali, nazionali o europee) il 50% dei rispondenti (giovani dai 16 ai 30 anni), dato superiore di circa 4 p.p. alla media UE (46%). Rispetto all’Italia è nettamente inferiore la percentuale di giovani che si è recata alle urne in occasione delle ultime elezioni in Francia e Germania (entrambe circa il 39%), mentre è superiore di circa 5 p.p. la quota di giovani che ha votato alle ultime elezioni in Spagna (55%).
Circa il 10% dei giovani italiani che si sono astenuti dal voto alle ultime elezioni ha dichiarato di non aver votato per mancanza di interesse, dato inferiore alla media UE di circa 5 punti percentuali e tra i più bassi in Europa (Figura 2.1). Tra i giovani astenuti, in Italia è leggermente più elevata la percentuale di chi non ha votato perché ha difficoltà a comprendere i temi legati alla politica (12%) (Figura 2.2), percentuale in linea con la media UE. Circa il 15% ha indicato quale motivazione dell’astensione la mancanza di fiducia nei confronti dei politici, dato leggermente superiore alla media UE (13%) (Figura 2.3).
Circa il 48% dei giovani italiani ha una visione positiva dell’Unione Europea, dato leggermente superiore alla media UE (44%). Se paragonata alla situazione italiana, risulta inferiore la quota di giovani che esprime un’opinione positiva nei confronti dell’Unione Europea in Francia (42.5%), in Spagna (40%) e in Germania (39%). Il 15% dei giovani italiani dichiara, al contrario, di avere una visione negativa dell’Unione Europea, dato che coincide con la media dell’UE. Risulta inferiore al dato italiano la quota di giovani che esprime un’opinione negativa nei confronti dell’Unione Europea in Spagna (11%), mentre il dato è leggermente superiore in Francia (18%).
In Italia, circa il 61% dei giovani dichiara di aver votato alle ultime elezioni europee, dato superiore di circa 5 p.p. rispetto alla media UE (55%). Rispetto all’Italia è leggermente superiore la quota di giovani che dichiara di aver votato alle ultime elezioni europee in Spagna (65%), mentre è inferiore di circa 7 p.p. in Germania (54%) e di ben 18 p.p. in Francia (43%).
In Italia, più di un giovane su due (55%) dichiara di dedicare almeno un’ora ogni giorno al consumo di informazioni riguardo alla politica e all’attualità attraverso qualsiasi mezzo di informazione (giornali, radio, televisione, social media). Il dato italiano è inferiore solo a quanto si osserva in Portogallo (64%) e coincide con il dato in Spagna. Rispetto all’Italia è nettamente inferiore la percentuale di giovani che dichiarano di informarsi di politica e attualità almeno un’ora al giorno in Germania (41%) e nel Regno Unito (34%).
In Italia, circa un giovane su tre dichiara di non provare alcun interesse per la politica, dato tra i più alti in Europa dopo quello relativo ai giovani ungheresi (47.5%) e bulgari (38%). Nel confronto con il quadro italiano, la quota di giovani che dichiara di non avere interesse per la politica è inferiore di circa 10 p.p. in Francia (23%) e 13 p.p. in Regno Unito (20%), mentre è più della metà in Spagna (16%) e di circa un quinto in Germania (6.5%). Solo il 4% dei giovani italiani dichiara, invece, di provare molto interesse per la politica, la metà rispetto ai coetanei francesi (8%) e circa un terzo rispetto ai giovani tedeschi (12%).
In Italia, circa l’86% dei giovani dichiara di percepire come scarsa o nulla l’influenza dei cittadini nelle decisioni politiche del proprio Paese. Si tratta della percentuale più alta tra i Paesi europei considerati. Rispetto all’Italia, è leggermente inferiore il dato relativo ai coetanei spagnoli (82%), mentre è marcatamente inferiore (tra i 29 e 35 p.p.) il dato relativo ai giovani in Francia (57%), Regno Unito (56%) e Germania (50.6%).
In Italia, circa un giovane su quattro (24%) dichiara di essere convinto che la responsabilità delle decisioni più importanti al mondo sia nelle mani di un gruppo ristretto e segreto di persone. Circa un giovane su tre (32%) non si dichiara né in accordo né in disaccordo, mentre il 44% non è d’accordo o e molto in disaccordo con questa affermazione. Rispetto all’Italia, si osservano valori simili tra i giovani nel Regno Unito, mentre si dichiara d’accordo o molto in accordo con questa visione complottista della politica una quota di giovani superiore di circa 10 p.p. in Spagna (34%). Decisamente contenuta è invece la quota di giovani tedeschi che dichiara di essere in accordo o molto in accordo (12%).
In Italia, circa il 29% dei giovani pensa che il grado di libertà e correttezza delle elezioni nel proprio Paese sia elevato o totale. II dato italiano è tra i più bassi d’Europa: circa 15 p.p. inferiore rispetto a quanto osservato in Spagna (44%), 21 p.p. in meno rispetto alla Francia (50%) e circa 34 p.p. in meno rispetto alla Germania (63%). Salvo alcune eccezioni (Bulgaria, Croazia, Polonia, Ungheria), la quota di giovani europei che dichiara di percepire come molto scarso o nullo il grado di correttezza e libertà delle elezioni nel proprio Paese raggiunge al massimo il 10%.
In Italia, circa il 22% dei giovani dichiara di percepire come elevato o totale il livello di libertà dei media nel proprio Paese. Il dato italiano è tra i più bassi d’Europa: circa 10 p.p. inferiore rispetto a quanto osservato in Spagna (33%), 16 p.p. in meno rispetto alla Francia (50%) e 49 p.p. in meno rispetto alla Germania (61%). Quasi il 15% dei giovani italiani dichiara, invece, di percepire come nullo o scarso il livello di libertà dei media nel proprio Paese, una quota leggermente inferiore rispetto a quanto osservato in Spagna (19%), ma nettamente superiore rispetto a Francia 8%, Regno Unito (4.5%) e Germania (4%).
In Italia, circa l’10% dei giovani dichiara di avere poca o nessuna fiducia nei confronti delle altre persone, una quota leggermente superiore a quanto osservato in Regno Unito (7%) e leggermente inferiore rispetto al dato francese (13%). La quota di giovani che dichiara di avere poca o nessuna fiducia negli altri è molto più elevata in Germania (26%) e in Spagna (31%). Circa il 12% dei giovani italiani dichiara invece di avere molta o totale fiducia negli altri, un dato prossimo alla media dei Paesi europei considerati.
In Italia, poco più di un giovane su due (52%) dichiara di nutrire molta o totale fiducia nella scienza. Il dato italiano è leggermente inferiore rispetto a quanto osservato in Germania (58.5%), 10 p.p. inferiore rispetto al Regno Unito (62%) e 16 p.p. inferiore rispetto alla Spagna (68%). Eccetto Croazia e Bulgaria, in tutti i Paesi europei considerati la percentuale di giovani che dichiara di nutrire scarsa o nessuna fiducia nella scienza è inferiore al 10%.
In Italia, l’12% dei giovani dichiara di essere molto o totalmente soddisfatto per il funzionamento della democrazia nel proprio Paese, una quota leggermente superiore a quanto osservato in Regno Unito e Spagna (entrambe il 10%). Si tratta di un valore di circa 5 p.p. in meno rispetto alla Francia (15%) e di 16 p.p. in meno rispetto alla Germania (28%). I Paesi scandinavi, assieme a Svizzera e Islanda, sono gli Stati europei in cui è nettamente più elevata la percentuale di giovani molto o totalmente soddisfatti per il funzionamento della democrazia nel proprio Paese (dal 35% in Svezia al 62% in Norvegia). In Italia, circa il 10% dei giovani, invece, dichiara di non essere per nulla soddisfatto del funzionamento della democrazia nel Proprio Paese. Cipro, Bulgaria, Polonia sono gli Stati in cui è più alta la percentuale di giovani scarsamente o per nulla soddisfatti.
In Italia, circa il 16% dei giovani dichiara di nutrire molta o totale fiducia nel sistema giudiziario del proprio Paese, un dato leggermente superiore rispetto a quanto si osserva in Spagna (12%); inferiore di circa 8 p.p. rispetto a Regno Unito (23.5%) e Francia (24%), e circa la metà rispetto alla Germania (35%). Danimarca, Norvegia e Finlandia (circa 60%) sono gli Stati in cui è nettamente più elevata la percentuale di giovani che nutre massima fiducia nel sistema giudiziario del proprio Paese, mentre la quota più elevata di giovani che ripone poca o nessuna fiducia nel sistema giudiziario è osservabile in Croazia e Bulgaria (45% circa).
In Italia, circa il 37% dei giovani dichiara di nutrire scarsa o nessuna fiducia nei politici del proprio Paese, un dato leggermente superiore rispetto a quanto si osserva in Germania (34%); nettamente superiore rispetto alla Francia (21%.) e leggermente inferiore rispetto al Regno Unito (23.5%). Si osserva una quota molto più elevata di giovani che ripongono scarsa o nessuna fiducia nei politici in Spagna (69%). Norvegia, Finlandia e Svizzera sono gli unici Paesi in cui la quota di giovani rispondenti che ha dichiarato di riporre molta o totale fiducia nei politici del proprio paese supera il 10%.
In Italia, circa il 38.5% dei giovani dichiara di nutrire scarsa o nessuna fiducia nei partiti politici del proprio Paese, un dato superiore rispetto a quanto si osserva in Regno Unito (30%), Germania (25%) e Francia (22) e nettamente inferiore rispetto alla Spagna (69.5%). Norvegia, Finlandia, Danimarca e Svizzera sono gli unici Paesi in cui la quota di giovani rispondenti che ha dichiarato di riporre molta o totale fiducia nei partiti politici del proprio paese supera il 10%.
In Italia, quasi il 15% dei giovani dichiara di nutrire molta o totale fiducia nel Parlamento Europeo, dato superiore a quanto si osserva in Regno Unito (10%), Francia (11%) e Spagna (11.6%), mentre è leggermente superiore la quota di giovani che ripone molta o totale fiducia nel Parlamento Europeo in Germania (16%). È interessante notare come due (Islanda e Norvegia) tra i Paesi in cui è più elevata la quota di giovani che nutre molta o totale fiducia nel Parlamento Europeo (oltre il 25%) non siano membri dell’Unione Europea. In Italia, Francia e Germania, la quota di giovani che nutre scarsa o nessuna fiducia nel Parlamento Europeo è molto simile a quella dei giovani che ne ripongono molta, mentre in Spagna (+ 10 p.p.) e Regno Unito (+ 6.5 p.p.) la percentuale di giovani sfiduciati è molto più elevata rispetto a quella dei giovani che ripongono molta fiducia nel Parlamento UE.
In Italia, circa il 18% dei giovani dichiara di riporre molta o totale fiducia nell’Organizzazione delle Nazioni Unite, dato inferiore rispetto a quanto si osserva in Francia (25%), ma leggermente superiore rispetto a Germania (15.6%) e Spagna (16.6%). Norvegia (56%), Islanda (46.5%) e Danimarca (40%) sono i Paesi in cui si osserva la quota più alta di giovani che nutre molta o totale fiducia nell’ONU. Il 12% dei giovani italiani dichiara, invece, di nutrire scarsa o nessuna fiducia nei confronti dell’ONU: circa il doppio rispetto ai giovani francesi (6.6%); una quota pari a quella dei giovani britannici e circa la metà rispetto ai giovani spagnoli (21.6%).
Circa il 23% dei giovani italiani dichiara di aver svolto attività legate al volontariato nel corso della propria vita, una quota superiore di circa 3 p.p. rispetto alla media UE (20%). Il dato italiano è sostanzialmente identico rispetto a quello dei giovani spagnoli, mentre è superiore al dato dei coetanei francesi (20%) e tedeschi (17%). Malta (34%), Irlanda (30%) e Cipro (29%) sono i Paesi in cui è più alta la percentuale di giovani che dichiarano di aver svolto attività di volontariato nel corso della loro vita.
Tra i giovani italiani che dichiarano di non aver mai svolto attività di volontariato quasi uno su cinque menziona la mancanza di tempo come motivazione principale (Figura 20.1). Il 17% dichiara di non aver svolto attività di volontariato per mancanza generale di interesse (Figura 20.2), mentre il 13% per carenza nell’offerta delle associazioni di volontariato di attività affini ai propri interessi (Figura 20.3).
Rispetto alla media UE, è inferiore la quota di giovani italiani che non svolge attività di volontariato per mancanza di tempo (-3.5 p.p.); è identica la quota di giovani italiani che dichiara di non aver svolto attività di volontariato per mancanza generale di interesse; è leggermente inferiore la quota di giovani italiani che dichiara di non aver svolto attività di volontariato per carenza nell’offerta delle associazioni di volontariato di affinità con i propri interessi specifici (-1 p.p.).
Poco più di un giovane italiano su cinque (21%) dichiara di aver preso parte ad azioni di boicottaggio nel corso della propria vita, circa 4 p.p. in meno rispetto alla media UE. Il dato italiano è leggermente inferiore a quanto si osserva in Spagna (21.5%), mentre è nettamente inferiore rispetto a Germania (28.6%) e Francia (31%).
Circa il 28% dei giovani italiani ha dichiarato di aver partecipato almeno una volta nella vita a manifestazioni o proteste di piazza, dato superiore alla media UE di circa 3 punti percentuali. Il dato italiano è superiore rispetto a quanto si osserva in Francia (23%) e in Germania (21%), mentre è nettamente inferiore rispetto alla Spagna (39%) che si posiziona al secondo posto in Europa immediatamente dietro al Lussemburgo (41%).
Poco più di un giovane italiano su tre (34.5%) dichiara di aver firmato almeno una petizione nel corso della propria vita, dato tra i più bassi d’Europa, inferiore di circa 7 p.p. rispetto alla media UE (41%). Rispetto all’Italia è leggermente superiore la quota di giovani che ha firmato almeno una petizione in Germania (37%), mentre è nettamente superiore Francia (43.5%) e Spagna (49%).
In Italia, circa il 12% dei giovani dichiara di aver preso parte almeno una volta nel corso della propria vita a consultazioni pubbliche (online o dal vivo), dato inferiore di circa 3 p.p. rispetto alla media UE (15%). Relativamente all’Italia, la quota di giovani che ha preso parte a consultazioni pubbliche è praticamente identica in Francia; è superiore in Germania (17%) e nettamente superiore in Spagna (29%) che si posiziona al primo posto.
Circa il 17% dei giovani italiani ha svolto delle attività all’interno di organizzazioni giovanili di diversa natura (politica, associativa, culturale, sportiva, etc.), dato superiore rispetto alla media UE (14.4%). Rispetto all’Italia, è inferiore la quota di giovani che dichiara di aver svolto attività in organizzazioni giovanili in Francia (11%), in Germania (13.6%) e Spagna (14%).
In generale, la quota di giovani donne che partecipano in associazioni di vario genere è più elevata rispetto alla corrispettiva quota di giovani uomini, per tutte le classi di età considerate. Le giovani adolescenti di età compresa tra 14 e 17 anni sono la categoria in proporzione più presente in associazioni ecologiche, per i diritti civili e per la pace e le più presenti in associazioni culturali e ricreative. Le giovani donne maggiorenni di età compresa tra 18 e 24 anni sono invece partecipano in proporzione maggiore ad attività gratuite in associazioni di volontariato, ma anche non legate al volontariato. Le giovani donne di età compresa tra 25 e 34 anni sono la categoria più propensa a devolvere delle donazioni monetarie a beneficio delle associazioni.
In Italia, circa il 62% dei giovani pensa che l’attività umana sia la causa principale del cambiamento climatico; circa il 29% dei giovani attribuisce le cause del cambiamento climatico in egual misura a fattori umani e naturali, mentre circa l’8% dei giovani italiani pensa che le cause del cambiamento climatico sia da ricondurre principalmente a fattori naturali. Rispetto all’Italia, la quota di giovani che attribuisce le principali cause del cambiamento climatico all’attività umana è più elevata in Regno Unito (64%) e Francia (68.4%) ed è nettamente superiore in Germania (74.5%) e Spagna (75.5%).
In Italia, quasi il 40% dei giovani dichiara di essere molto o estremamente preoccupato per cambiamento climatico. Il dato italiano è sostanzialmente identico a quello dei giovani britannici, mentre è superiore al dato dei coetanei francesi (33%). La quota di giovani estremamente preoccupati per il cambiamento climatico è particolarmente elevata in Portogallo, Germania e Austria (oltre il 50%). Circa il 16% dei giovani italiani dichiara, invece, di essere scarsamente o per nulla preoccupato per il cambiamento climatico, dato superiore rispetto a quanto si osserva in Germania (12%) e Spagna (9.5%), ma inferiore rispetto alla Francia (17.5%).
Circa il 30% dei giovani italiani pensa che il singolo individuo, attraverso le sue scelte e le sue azioni, abbia un elevato grado di responsabilità nel contrasto al cambiamento climatico. Il dato italiano è inferiore rispetto a quanto si osserva in Germania (37%) e Spagna (39.6%), ed è nettamente inferiore a quanto si osserva nel Regno Unito (44.5%) e in Francia (52%). Circa l’11% dei giovani italiani, invece, è convinto che il singolo individuo abbia poche o nessuna responsabilità nel contrasto al cambiamento climatico. Bulgaria e Repubblica Ceca (oltre il 25%) sono i Paesi in cui è più alta la quota di giovani che tende ad attribuire meno rilevanza all’azione individuale nel contrasto al cambiamento climatico.
In Italia, il 12.5% dei giovani si dichiara molto o totalmente soddisfatto per come è stata gestita l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19 nel proprio Paese. Il dato italiano è in linea con quanto si osserva in Spagna; è leggermente inferiore rispetto alla Germania (15%) e superiore rispetto al Regno Unito (8%). Norvegia, Islanda e Portogallo sono i Paesi in cui è più elevata la quota di giovani che si dichiara molto o totalmente soddisfatta per la gestione dell’emergenza pandemica nel proprio Paese (circa il 35% in tutti e tre i Paesi). Circa il 12% dei giovani italiani si dichiara, invece, scarsamente o per nulla soddisfatto per come è stata gestita l’emergenza sanitaria, causata dalla pandemia di Covid-19, nel proprio Paese. Il dato italiano è inferiore rispetto a quanto si osserva in Germania (17%) e più della metà rispetto a Spagna (28%) e Regno Unito (30%).
Aprire spazi di partecipazione e contribuzione per i giovani: visione, strategie e iniziative dell’UE
VISIONE
Nell’Anno Europeo della Gioventù (2022), a partire dai colloqui con gli stakeholder giovanili, è stata evidenziata la necessità da parte delle istituzioni europee di ristabilire un nuovo sguardo sui giovani. Questi ultimi rischiano di essere spesso marginali nelle politiche sociali dei Paesi membri (Commissione Europea, 2021). Da qui l’esigenza di una loro nuova centralità, non solo negli obiettivi dell’iniziative europee, ma anche nella costruzione e nella valutazione di queste ultime.
Poiché le politiche giovanili sono principalmente responsabilità degli Stati membri, da parte dell’Unione spetta la promozione di una cooperazione intersettoriale tra il settore della gioventù e i differenti settori strategici all’interno dei piani d’azione nazionali costruiti per raggiungere gli obiettivi e le priorità d’indirizzo europeo.
La visione trasmessa dalle scelte decisionali delle istituzioni europee converge nell’integrare iniziative che mirano a promuovere l’inclusione sociale delle nuove generazioni attraverso il rafforzamento del sistema educativo e dell’ampliamento delle opportunità di mobilità. Si è consapevoli, infatti, che i giovani in condizioni svantaggiate siano generalmente cittadini meno attivi; nutrano una maggiore sfiducia nei confronti delle istituzioni; e usufruiscano in minor misure delle opportunità del quadro europeo, in particolar modo della mobilità attraverso il programma Erasmus+.
Le crescenti diseguaglianze nel continente europeo, acuite dalla pandemia e dalle conseguenze socioeconomiche del conflitto russo-ucraino, fanno oggi risaltare sempre più la connessione esistente tra esclusione socioeconomica e marginalità dalla vita democratica europea. È questa una sfida aperta per la vitalità politica, sociale ed economica dei Paesi membri.
Per queste ragioni, l’Europa prevede, da un lato, di rafforzare il suo impegno per trasmettere e diffondere i valori della democrazia europea alle nuove generazioni; dall’altro, di garantire un ambiente sociale vitale e coerente con lo spirito dei principi europei.
Una delle prime iniziative avviate nel 2022 da parte della Commissione ha riguardato la promozione del volontariato giovanile transnazionale nell’ambito del Corpo Europeo di solidarietà e di altri programmi promossi a livello nazionale dai Paesi membri. Si riconosce il contributo centrale del volontariato nello sviluppo di capacità e competenze dei giovani, ma anche il suo ruolo di strumento fondamentale per superare le sfide sociali a partire dalla sua capacità inclusiva e solidale. Diventa perciò importante, su un fronte, garantirne la qualità e la sostenibilità, e, sull’altro, rimuovere gli ostacoli al suo accesso, come le barriere alla mobilità.
Il volontariato è una via concreta per i giovani di partecipare alla costruzione di una Europa più inclusiva. Da qui l’invito dell’UE agli Stati membri di:
- favorire il volontariato transfrontaliero per tutti i giovani, compresi quelli con minore opportunità;
- prendere in considerazione misure che contribuiscano ad un quadro legislativo e attuativo adeguato per la salute e la sicurezza dei partecipanti a questi programmi;
- sostenere un elevato livello di qualità delle realtà nazionali che promuovono il volontariato;
- fornire informazioni, orientare e sensibilizzare i giovani in merito ai diritti dei volontari, così come ai benefici derivanti dalla partecipazione a tali attività;
- promuovere la cooperazione a livello nazionale e comunitario tra gli organizzatori che offrono opportunità di volontariato;
- sostenere le iniziative di volontariato legate alle sfide climatiche ed ambientali;
- esplorare nuove modalità di volontariato, come quello digitale e intergenerazionale.
STRATEGIE
L’attuale cornice per quanto riguarda le politiche per la partecipazione sociale, civica e politica dei giovani è rappresentata dalla Strategia europea per la Gioventù (2019-2027).
La strategia ha l’obiettivo di promuovere, da un lato, la partecipazione giovanile nella vita democratica, abilitando i giovani europei nel coinvolgimento nell’impegno sociale e civico e, dall’altra, la garanzia che le nuove generazioni di europei abbiano le risorse necessarie per sentirsi e prendere parte alla società europea.
Le iniziative principali riguardano:
- il miglioramento della cooperazione intersettoriale in tutti gli ambiti strategici e l’introduzione di un coordinatore dell’UE per la gioventù, allo scopo di rendere maggiormente partecipi i giovani nelle fasi di definizione delle politiche dell’Unione;
- una maggiore trasparenza e tracciabilità della spesa dell’UE nel settore giovanile;
- l’avviamento di un dialogo dell’UE con i giovani maggiormente inclusivo, rivolgendosi in particolare ai giovani che hanno minori opportunità;
- la promozione della mobilità dei volontari in Europa;
- un maggiore riconoscimento dell’apprendimento non formale attraverso l’attuazione di un’agenda di animazione socioeducativa;
- il rafforzamento delle sinergie tra le politiche dell’UE per la gioventù e i programmi Erasmus+ e Corpo europeo di solidarietà.
In questa direzione la strategia vuole sviluppare l’autonomia e la resilienza nei giovani per garantire loro le necessarie capacità di adattamento alla transizione verde e digitale. Al tempo stesso, emerge l’intenzione di prevenire l’esclusione sociale e promuovere forme di cittadinanza attiva anche attraverso il dialogo e l’ascolto delle rappresentanze dei giovani, promuovendo modalità di co-creazione delle politiche.
Le iniziative della Commissione sono raggruppate in tre ambiti di intervento sinteticamente definite come
- mobilitare: promuovere la partecipazione dei giovani alla vita democratica;
- collegare: connettere i giovani dell’Unione e del resto del mondo attraverso la promozione del volontariato e della mobilità per l’apprendimento per rafforzare la solidarietà e la comprensione interculturale;
- responsabilizzare: sostenere e potenziare il ruolo dei giovani nella vita degli Stati membri attraverso la qualità dell’istruzione e l’innovazione e il riconoscimento del carattere formativo dell’animazione socio-educativa.
Questi ambiti rappresentano le aree di iniziativa che scaturiscono dalla strategia. Prevedono obiettivi intersettoriali riconosciuti dalle istituzioni come fondamentali per la vita dei giovani europei e riguardano la connessione tra l’Unione e i giovani in un dialogo costruttivo, basato su un uso dei mezzi di informazione e comunicazione consapevole. Aspetti ugualmente fondamentali sono la garanzia di uno spazio di partecipazione di tutti i giovani, in particolare i giovani svantaggiati; la promozione dell’uguaglianza di genere e la costruzione di una società maggiormente inclusiva; un’attenzione maggiore alla salute e il benessere mentale dei giovani; il supporto dei giovani che vivono nelle aree rurali; la promozione di un’occupazione e un apprendimento di qualità attraverso il rafforzamento della Garanzia giovani e dello Spazio europeo dell’educazione; il raggiungimento di un Europa verde e sostenibile e il sostegno alle organizzazioni giovanili e ai programmi europei, in particolare Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà.
INIZIATIVE
INIZIATIVE | TARGET | OBIETTIVI | PRINCIPALI FONTI DI FINANZIAMENTO |
Dialoghi UE e giovani |
Giovani europei ed extra europei |
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Erasmus+ |
Corpo europeo di solidarietà |
Giovani |
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Erasmus + |
Erasmus+; DiscoverEU |
Giovani |
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Erasmus+ |
Citizens, Equality, Rights and Values (CERV) |
Giovani |
|
Erasmus+ |
Garanzia giovani |
Giovani; giovani in condizione svantaggiata; NEET |
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FSE+ |
Microcredenziali per l’apprendimento permanente; Quadro Europeo di mobilità per l’apprendimento |
Giovani, donne, persone fragili |
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NextGenEU; Erasmus+ |
Piano d’azione per i giovani nell’azione esterna europea |
Giovani europei ed extra europei |
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Erasmus+; IPA (Strumento europeo di assistenza preadesione); NDICI-Global Europe; Youth and Women in Democracy Initiative; Youth and Empowerment Fund; Africa-Europe Youth Academy |
RISORSE
Commissione Europea (2018). Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni – Mobilitare, collegare e responsabilizzare i giovani: una nuova strategia dell’UE per la gioventù. Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione Europea: Lussemburgo.
Commissione Europea, Direzione generale della Comunicazione, Direzione generale dell’Istruzione, della Gioventù, dello Sport e della Cultura (2022). Youth and democracy in the European Year of Youth: report. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione Europea. https://data.europa.eu/doi/10.2766/368099
Commissione Europea, Direzione generale per l’Occupazione, gli Affari Sociali e l’Inclusione, Ghailani, D.,
Agenda settings: attivare la partecipazione dei giovani attraverso il volontariato
L’insieme di attività che si propongono obiettivi di natura culturale, sociale, umanitaria a beneficio di altri singoli, di gruppi, della comunità, dell’umanità, svolte a titolo gratuito e per libera scelta è definito “volontariato”. Sono tre gli elementi che lo caratterizzano: la libertà; la gratuità; il contributo positivo per altri. Il volontariato si differenzia dal gesto di generosità e dalla filantropia per altri tre aspetti nodali. In primo luogo, per il fatto che il quid del volontariato non sia da identificarsi prioritariamente nell’oggetto dell’attività – bene o servizio che sia – quanto nella relazione che si instaura in quell’azione. Secondariamente, il volontariato assume una dimensione temporale di medio/lungo periodo: non si tratta di un gesto o di più gesti isolati e spontanei, quanto di una pratica connotata da intenzionalità e da una relativa continuità di impegno. Infine, il volontariato è solitamente inserito in una qualche forma organizzata e dunque si declina come esperienza collettiva.
Se il volontariato nasce come espressione della libertà creativa e responsabile di singoli individui, è però indubbia la sua profonda valenza sociale: mentre risponde ad un bisogno – educativo, sanitario, culturale, ambientale, etc. – il volontariato tesse relazioni e legami sia in senso orizzontale che verticale: nei confronti dei beneficiari dell’aiuto, verso coloro che, insieme, quell’aiuto lo pensano, organizzano, realizzano; verso le istituzioni che riconoscono e fanno da cornice a quell’azione. Per questa ragione il volontariato svolge una funzione preziosa di integrazione sociale e simbolica.
Non di meno, il volontariato è un agire capace di offrire soluzioni inedite, a fronte di domande sociali non sempre pienamente corrisposte. È possibile parlare a questo proposito di innovazione sociale, laddove il volontariato è in grado di immaginare, progettare e realizzare novità in grado di migliorare la vita di singoli e/o gruppi e di aumentarne il potere di agire.
Adoperandosi spesso in collaborazione con altri attori sociali, il volontariato si muove in senso sussidiario quando interviene non per supplire, bensì ad arricchire il ventaglio dell’iniziativa istituzionale.
Nel corso della pandemia di COVID-19, in occasioni di calamità naturali, o durante i sempre più frequenti eventi meteorologici estremi che colpiscono l’Europa, i giovani volontari sono stati e continuano ad essere in prima linea nella risposta a situazioni di emergenza. In queste occasioni, il volontariato giovanile si conferma essere un patrimonio prezioso per l’intera società. Esso costituisce, tuttavia, anche un’ottima occasione di formazione per i giovani, sia in termine di conoscenze e competenze tecniche, sia di competenze sociali e relazionali, sia, ancora, come opportunità di acquisire un capitale di network.
Non si tratta però solo di garantire la disponibilità e riproduzione di risorse e competenze della società civile. Più ampiamente, è in gioco la capacità di una società di rigenerare i legami tra i suoi membri, di coltivare il senso di appartenenza a qualcosa di più grande del sé, di suscitare il desiderio di contribuzione ad un bene comune. Ben oltre la fornitura di servizi, dunque, il volontariato, diventa uno spazio privilegiato di espressione creativa e di partecipazione attiva alla manutenzione incessante di società più coese ed inclusive. Il volontario si rivela fondamentale dispositivo di libera contribuzione per la salute delle nostre democrazie.
È dunque prioritario, per l’Europa, prendersi cura del volontariato giovanile.
Ciò significa:
- promuoverne la cultura: il volontariato si genera e rigenera all’interno di contesti capaci di coltivare la capacità di solidarietà e di dono. Si tratta di prendersi cura dell’educazione;
- favorire le condizioni per la sua libera espressione, azione, ed auto-organizzazione, garantendone l’autonomia;
- creare e manutenere spazi, occasioni, relazioni, infrastrutture di supporto.
I dati OCSE confermano che solo il 30% dei Paesi analizzati mostra di avere una strategia dedicata per il settore dell’animazione socioeducativa, anche se il 72% dei Paesi vanta impegni in questo ambito nelle rispettive Strategie Giovanili Nazionali (OECD 2021). L’Italia fa parte di quel gruppo di realtà nazionali che sostengono programmi specifici per promuovere il volontariato giovanile.
Tra le principali iniziative dell’UE a sostegno del volontariato giovanile va ricordato il Corpo europeo di solidarietà (vedi box).
Ancora oggi il popolo del volontariato coinvolge numeri importanti in Europa. I dati, tuttavia, raccontano un cambiamento già da tempo in atto nella relazione tra il singolo e la società, e dunque delle forme della partecipazione e della contribuzione. Se da un lato è riscontrabile una crisi generalizzata delle forme tradizionali di partecipazione (es. partecipazione al voto) e della fiducia (in particolare verso le istituzioni), si apre la possibilità dell’emersione di nuove forme e modalità della partecipazione e più ampiamente dell’espressione dei giovani europei.
CORPI EUROPEI DI SOLIDARIETÀ
Il Corpo europeo di solidarietà (ex Servizio Volontario Europeo) è il programma dell’UE che offre ai giovani europei la possibilità di lavorare o fare volontariato, nel proprio o altrui Paese, nel quadro di progetti finalizzati a portare aiuto a comunità o a popolazioni in Europa.
Le attività di distinguono in due aree, quella occupazionale e quella di volontariato.
Circa il volontariato, vengono proposti periodi tra 2 e 12 mesi in un altro Paese, con impegno a tempo pieno che non prevede retribuzione ma la copertura delle spese di viaggio, vitto, alloggio, assicurazione sanitaria, e un’indennità giornaliera.
Si fonda sul servizio volontario europeo (parte del programma Erasmus+) e su altri programmi di finanziamento dell’Unione europea.
Circa le opportunità occupazionali, vengono proposte occasioni di lavoro, tirocinio o apprendistato in diversi settori del mondo sociale e solidale. Queste esperienze sono regolate da partnership con enti pubblici, ONG e organizzazioni commerciali attive in questi settori.
Per gli anni 2021-2027, il nuovo Programma vede alcune novità:
– l’introduzione di un processo di richiesta del Quality Label per gli enti e le organizzazioni che rafforzeranno la qualità e l’impatto delle loro attività;
– l’apertura ai campi degli aiuti umanitari oltre i confini europei;
-il Portale europeo per i giovani, che mette a disposizione possibilità di formazione online per esplorare motivazioni, sviluppare conoscenze e capacità.
Il nuovo Programma – con un bilancio di oltre 1 miliardo di euro – mira a rafforzare l’inclusione, facilitando la partecipazione dei giovani con minori opportunità.
I progetti vedranno coinvolti giovani dai 18 ai 30 anni (l’adesione è possibile dai 17 anni).
RISORSE
Agenzi Giovani – Programma Corpi europei di solidarietà
OECD (2021). Education at a Glance 2021: OECD Indicators. OECD Publishing: Paris. https://doi.org/10.1787/b35a14e5-en.
Chi fa cosa in Europa: iniziative di policy
GERMANIA
Nel dicembre 2019, il Governo Federale tedesco ha adottato una nuova Strategia per i giovani che si focalizza sulla promozione della partecipazione politica e sociale delle nuove generazioni. Tale strategia si basa sui seguenti principi:
- offrire ai giovani delle opportunità di partecipazione politica e sociale;
- creare condizioni di parità per tutti i giovani;
- promuovere procedure e strutture adeguate a coinvolgere i giovani per le tematiche politiche che li riguardano specificatamente;
- considerare le politiche per i giovani una responsabilità della società nel suo complesso;
- valorizzare il contributo che possono dare i giovani alla società, in particolare rispetto ai temi della transizione verde e digitale.
Gli interventi previsti sono rivolti alla popolazione giovanile compresa tra i 12 e i 27 anni.
Tra i principali strumenti di partecipazione alla vita democratica, la strategia individua il volontariato giovanile. Ciò è confermato nella strategia di impegno civico (Engagementstrategie) del Ministero federale per la famiglia, gli anziani, le donne e i giovani (Bundesministerium für Familie, Senioren, Frauen und Jugend, BMFSFJ) che desidera promuovere il riconoscimento del ruolo del volontariato e lo sviluppo di un contesto socio-culturale a questo favorevole.
La strategia identifica quattro principi che dovrebbero guidare le policy per promuovere la partecipazione sociale dei giovani: un approccio trisettoriale, che poggia sulla cooperazione tra società civile, settore privato e sfera istituzionale; la cooperazione interministeriale; una coerenza tra le varie priorità politiche per stimolare l’impegno civico; un quadro giuridico favorevole allo sviluppo di forme innovative per promuovere la partecipazione sociale.
Questi principi sono declinati nei seguenti obiettivi:
- promuovere il programma di volontariato civile nella popolazione giovanile;
- valorizzare il civismo promuovendolo anche attraverso dei premi pubblici per le iniziative meritevoli;
- finanziare attività di volontariato volte a rafforzare il civismo tra i giovani;
- promuovere studi e ricerche per innovare gli approcci per stimolare l’impegno civico tra i giovani;
- rafforzare la percezione pubblica del valore dell’impegno civico diffondendo e comunicando i risultati ottenuti dalle progettualità avviate;
- Includere nei gruppi target le persone delle aree rurali, gli individui provenienti da ambienti vulnerabili e i membri della comunità dei rifugiati e degli immigrati.
L’approccio della strategia nazionale tedesca è stato costruito alla luce di iniziative e politiche federali tra cui la strategia JES! (JES! Jung. Eigenständig. Stark.). Promossa dal Land Renania-Palatinato a partire dal 2017 per stimolare la partecipazione politica e sociale dei giovani, l’iniziativa ha previsto la costituzione di opportunità e spazi al fine di promuovere la partecipazione giovanile nella costruzione delle politiche sociali e nei processi decisionali.
Nello specifico il Ministero della Famiglia, delle Donne, della Cultura e dell’Integrazione della Renania-Palatinato (MFFKI) ha sviluppato cinque programmi tematici nell’ambito della strategia giovanile JES! che prevedono l’ingaggio e la partecipazione dei giovani del territorio:
- sviluppo di una strategia per la gioventù a livello comunale che vedi coinvolte 7 città del Land;
- programma di sostegno all’animazione giovanile nelle zone rurali;
- finanziamento per progetti rivolti alla promozione culturale e sociale dei giovani e dei minori;
- programma di sostegno al lavoro sociale giovanile di prossimità, non dunque all’interno di contesti strutturati e servizi dedicati, ma ancor più direttamente nei contesti quotidiani dei giovani: per strade, piazze e quartieri;
- il programma di finanziamento “Educazione politica – Vivere la democrazia – Mettere in rete il lavoro (sociale) dei giovani”. Quest’ultimo si propone di potenziare le strutture delle reti locali coinvolgendo giovani e loro organizzazioni, anche attraverso un lavoro di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle questioni giovanili e democratiche e, in ultimo, di promuovere tra i giovani l’educazione politica e al civismo con l’obiettivo di sostenere il sistema democratico e prevenire l’estremismo.
RISORSE
Bundesministerium für Familie, Senioren, Frauen und Jugend (2016). Engagementstrategie Strategische Ausrichtung der Engagementpolitik. Berlin.
BMFSFJ Engagementstrategie Strategische Ausrichtung der Engagementpolitik
ESTONIA
Nel 2020, l’Estonia ha adottato il Piano di sviluppo del settore giovanile per gli anni 2021-2035 (Republic of Estonia, Ministry of Education and Research, 2019) che fissa tra gli obiettivi strategici anche il sostegno alla partecipazione attiva dei giovani attraverso il volontariato.
Nonostante l’Estonia non possegga una strategia specifica per il volontariato giovanile, uno degli indicatori della crescita della partecipazione e del livello di democrazia nel Paese è proprio la percentuale di giovani tra i 15 e i 26 anni che svolgono volontariato organizzato. In questo quadro, il volontariato è inteso come uno strumento per incoraggiare l’imprenditorialità e la creatività dei giovani, responsabilizzandoli al contempo alla contribuzione in favore della comunità.
Il documento riconosce l’importanza delle attività di volontariato tra i giovani e sottolinea che nel 2019 la percentuale di giovani tra i 15 e i 24 anni impegnati in attività di volontariato era pari al 19%, rappresentando un quinto dei volontari totali. Nel 2022 la percentuale di giovani coinvolti ha raggiunto il 22% (Statistics Estonia 2023).
Il Piano di sviluppo del settore giovanile prevede anche l’aumento delle opportunità di volontariato per i giovani sia a livello locale che internazionale in diversi settori come l’ambiente, i servizi sociali e la cultura.
Tuttavia, il Paese baltico è cosciente che il volontariato può crescere se nel territorio vi sono realtà della società civile capaci di offrire ai giovani questa opportunità e di accompagnarli ad esprimere al meglio le loro potenzialità nei diversi campi di attività. In questa direzione, la Strategia coesiva per l’Estonia 2030 (Republic of Estonia 2019a) ritiene fondamentale sostenere e aumentare la capacità delle comunità e delle organizzazioni non profit, anche in termini organizzativi e di risorse.
Questo investimento mira, circolarmente, ad aumentare il tasso di partecipazione sociale e politica dei giovani con il fine di rafforzare il pensiero democratico nel Paese. In questa prospettiva, la Strategia prevede degli obiettivi specifici in tema di partecipazione attiva dei giovani che mirano ad aumentare la loro fiducia e la loro adesione nei confronti dell’impegno civico attraverso la creazione di “format” e spazi di ascolto delle loro opinioni attraverso i consigli giovanili nelle amministrazioni locali.
RISORSE
Republic of Estonia, Ministry of Education and Research (2019). Youth sector development plan 2021-2035. Tallinn.
Republic of Estonia (2019a). Cohesive Estonia Strategy 2021–2030. Tallinn.
Statistics Estonia (2023). Youth monitoring. https://haridusportaal.edu.ee/youthmonitoring
Republic of Estonia, Youth sector development plan 2021-2035
IRLANDA
Nel 2020, l’Irlanda ha adottato una Strategia nazionale per il volontariato per il periodo 2021-2025 (DRCD 2020) rivolta anche ai giovani. Si tratta della prima strategia dedicata al tema nel Paese, e fa capo al Dipartimento per lo Sviluppo Rurale e Comunitario.
In Irlanda, il 28,4% della popolazione, ovvero 1 milione di persone di età superiore ai 15 anni, svolge attività di volontariato. Il volontariato informale (ossia svolto non all’interno di un’organizzazione) rappresenta il 54,7%, mentre il volontariato formale (svolto all’interno di un’organizzazione) rappresenta il 45,3% delle attività di volontariato (DRCD 2022).
La Strategia riconosce il valore del volontariato nel rendere l’Irlanda un luogo più inclusivo e si propone di contribuire a rendere il volontariato il più possibile rappresentativo delle diverse comunità che compongono la società irlandese.
Inoltre, la Strategia mira a sostenere le persone e le organizzazioni che lavorano con le comunità, nell’ottica di promuovere partnership e collaborazioni per lo sviluppo di politiche e programmi con e per le comunità, e si prevede che queste ultime vengano consultate nei processi decisionali.
Si ritiene necessario sostenere il settore del volontariato anche a livello finanziario, per incentivarne la cultura nella popolazione e nella politica. In questo senso, la Strategia si pone l’obiettivo di strutturare nel breve periodo un report dell’impatto sociale ed economico generato dal volontariato a cura del Dipartimento per lo Sviluppo Rurale e Comunitario.
Il documento propone una tabella di marcia condivisa per i volontari e le organizzazioni della società civile. Vengono definite 13 azioni, tra le quali vi è anche lo sviluppo di programmi volti ad aumentare il numero di volontari provenienti da gruppi sottorappresentati (come i giovani di età compresa tra i 12 e i 25 anni) ed individuare una serie di opportunità e sostegni. In questa direzione è stato commissionato uno studio relativo al tema del coinvolgimento dei giovani nel volontariato (DRCD 2022).
La Strategia, riconoscendo l’evoluzione del volontariato verso forme sempre più “individualizzate” e “liquide”, si propone di supportare le organizzazioni in questa transizione verso una rimodulazione delle attività, nell’ottica di riuscire a coinvolgere anche i più giovani che appaiono distanti dalle forme tradizionali del volontariato.
RISORSE
Irish Department of Rural and Community Development [DRCD] (2020). National Volunteering Strategy 2021 – 2025. Dublin.
Irish Department of Rural and Community Development [DRCD] (2022). National Volunteering Strategy 2021 – 2025, Annual Update – 2022. Dublin.
ITALIA
Sul tema del volontariato giovanile, l’Italia non presenta strategie strutturate. Tuttavia, all’interno della recente Riforma del Terzo settore, è stata prevista la ristrutturazione del servizio civile con la trasformazione di quest’ultimo nel Servizio Civile Universale.
Si tratta del principale programma per la promozione dei valori della solidarietà e della partecipazione sociale dei giovani. La riforma ha introdotto la possibilità per i giovani interessati di presentare la propria candidatura per la partecipazione ad una progettazione a scopo sociale in un Paese membro dell’Unione europea per un periodo massimo di 3 mesi, così come di poter usufruire di un servizio di orientamento – sempre di 3 mesi – per facilitare l’accesso al mercato del lavoro.
Il programma è stato rinnovato nel gennaio 2023 per il periodo 2023-2025. Il Servizio Civile Universale è accessibile a persone tra i 18 e 28 anni nei numeri consentiti dai fondi annualmente stanziati. Per il 2023 la quota di posti per i volontari è cresciuta raggiungendo il numero di 71.550.
I giovani che avanzeranno la loro candidatura potranno essere impiegati all’interno di progetti nazionali e internazionali.
Gli ambiti di applicazione per il Servizio Civile Universale sono:
- assistenza;
- protezione civile;
- patrimonio ambientale e rigenerazione urbana;
- patrimonio storico, artistico e culturale;
- promozione ed educazione al turismo culturale, paesaggistico, ambientale, sportivo, sostenibile e sociale;
- agricoltura nelle aree montane, agricoltura sociale e biodiversità;
- promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata;
- promozione e tutela dei diritti umani;
- cooperazione allo sviluppo;
- promozione della cultura italiana e sostegno alle comunità italiane all’estero.
Per l’implementazione del programma sono previsti finanziamenti dal PNRR pari a 650 milioni di euro. I giovani volontari che partecipano al Servizio Civile Universale usufruiscono di un minimo di 80 ore di formazione che comportano l’acquisizione di crediti formativi spendibili nel mercato del lavoro e il riconoscimento delle competenze acquisite nel percorso. Inoltre, ricevono un’indennità mensile di 440 euro che aumenta in caso di servizio all’estero (per il quale sono a carico dello Stato il vitto, l’alloggio e le spese di viaggio). Sono anche previste ferie proporzionali al periodo di applicazione e il riconoscimento del servizio per il fondo pensione. Non mancano i progetti con accesso facilitato per giovani vulnerabili o svantaggiati.
RISORSE
Ambrosini, M. e Cossetta, A. (2022). Il nuovo servizio civile universale. La meglio gioventù in azione. Il Mulino, Bologna.
Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio Civile Universale
Nel dicembre 2019, il Governo Federale tedesco ha adottato una nuova Strategia per i giovani che si focalizza sulla promozione della partecipazione politica e sociale delle nuove generazioni. Tale strategia si basa sui seguenti principi:
- offrire ai giovani delle opportunità di partecipazione politica e sociale;
- creare condizioni di parità per tutti i giovani;
- promuovere procedure e strutture adeguate a coinvolgere i giovani per le tematiche politiche che li riguardano specificatamente;
- considerare le politiche per i giovani una responsabilità della società nel suo complesso;
- valorizzare il contributo che possono dare i giovani alla società, in particolare rispetto ai temi della transizione verde e digitale.
Gli interventi previsti sono rivolti alla popolazione giovanile compresa tra i 12 e i 27 anni.
Tra i principali strumenti di partecipazione alla vita democratica, la strategia individua il volontariato giovanile. Ciò è confermato nella strategia di impegno civico (Engagementstrategie) del Ministero federale per la famiglia, gli anziani, le donne e i giovani (Bundesministerium für Familie, Senioren, Frauen und Jugend, BMFSFJ) che desidera promuovere il riconoscimento del ruolo del volontariato e lo sviluppo di un contesto socio-culturale a questo favorevole.
La strategia identifica quattro principi che dovrebbero guidare le policy per promuovere la partecipazione sociale dei giovani: un approccio trisettoriale, che poggia sulla cooperazione tra società civile, settore privato e sfera istituzionale; la cooperazione interministeriale; una coerenza tra le varie priorità politiche per stimolare l’impegno civico; un quadro giuridico favorevole allo sviluppo di forme innovative per promuovere la partecipazione sociale.
Questi principi sono declinati nei seguenti obiettivi:
- promuovere il programma di volontariato civile nella popolazione giovanile;
- valorizzare il civismo promuovendolo anche attraverso dei premi pubblici per le iniziative meritevoli;
- finanziare attività di volontariato volte a rafforzare il civismo tra i giovani;
- promuovere studi e ricerche per innovare gli approcci per stimolare l’impegno civico tra i giovani;
- rafforzare la percezione pubblica del valore dell’impegno civico diffondendo e comunicando i risultati ottenuti dalle progettualità avviate;
- Includere nei gruppi target le persone delle aree rurali, gli individui provenienti da ambienti vulnerabili e i membri della comunità dei rifugiati e degli immigrati.
L’approccio della strategia nazionale tedesca è stato costruito alla luce di iniziative e politiche federali tra cui la strategia JES! (JES! Jung. Eigenständig. Stark.). Promossa dal Land Renania-Palatinato a partire dal 2017 per stimolare la partecipazione politica e sociale dei giovani, l’iniziativa ha previsto la costituzione di opportunità e spazi al fine di promuovere la partecipazione giovanile nella costruzione delle politiche sociali e nei processi decisionali.
Nello specifico il Ministero della Famiglia, delle Donne, della Cultura e dell’Integrazione della Renania-Palatinato (MFFKI) ha sviluppato cinque programmi tematici nell’ambito della strategia giovanile JES! che prevedono l’ingaggio e la partecipazione dei giovani del territorio:
- sviluppo di una strategia per la gioventù a livello comunale che vedi coinvolte 7 città del Land;
- programma di sostegno all’animazione giovanile nelle zone rurali;
- finanziamento per progetti rivolti alla promozione culturale e sociale dei giovani e dei minori;
- programma di sostegno al lavoro sociale giovanile di prossimità, non dunque all’interno di contesti strutturati e servizi dedicati, ma ancor più direttamente nei contesti quotidiani dei giovani: per strade, piazze e quartieri;
- il programma di finanziamento “Educazione politica – Vivere la democrazia – Mettere in rete il lavoro (sociale) dei giovani”. Quest’ultimo si propone di potenziare le strutture delle reti locali coinvolgendo giovani e loro organizzazioni, anche attraverso un lavoro di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle questioni giovanili e democratiche e, in ultimo, di promuovere tra i giovani l’educazione politica e al civismo con l’obiettivo di sostenere il sistema democratico e prevenire l’estremismo.
RISORSE
Bundesministerium für Familie, Senioren, Frauen und Jugend (2016). Engagementstrategie Strategische Ausrichtung der Engagementpolitik. Berlin.
BMFSFJ Engagementstrategie Strategische Ausrichtung der Engagementpolitik
Nel 2020, l’Estonia ha adottato il Piano di sviluppo del settore giovanile per gli anni 2021-2035 (Republic of Estonia, Ministry of Education and Research, 2019) che fissa tra gli obiettivi strategici anche il sostegno alla partecipazione attiva dei giovani attraverso il volontariato.
Nonostante l’Estonia non possegga una strategia specifica per il volontariato giovanile, uno degli indicatori della crescita della partecipazione e del livello di democrazia nel Paese è proprio la percentuale di giovani tra i 15 e i 26 anni che svolgono volontariato organizzato. In questo quadro, il volontariato è inteso come uno strumento per incoraggiare l’imprenditorialità e la creatività dei giovani, responsabilizzandoli al contempo alla contribuzione in favore della comunità.
Il documento riconosce l’importanza delle attività di volontariato tra i giovani e sottolinea che nel 2019 la percentuale di giovani tra i 15 e i 24 anni impegnati in attività di volontariato era pari al 19%, rappresentando un quinto dei volontari totali. Nel 2022 la percentuale di giovani coinvolti ha raggiunto il 22% (Statistics Estonia 2023).
Il Piano di sviluppo del settore giovanile prevede anche l’aumento delle opportunità di volontariato per i giovani sia a livello locale che internazionale in diversi settori come l’ambiente, i servizi sociali e la cultura.
Tuttavia, il Paese baltico è cosciente che il volontariato può crescere se nel territorio vi sono realtà della società civile capaci di offrire ai giovani questa opportunità e di accompagnarli ad esprimere al meglio le loro potenzialità nei diversi campi di attività. In questa direzione, la Strategia coesiva per l’Estonia 2030 (Republic of Estonia 2019a) ritiene fondamentale sostenere e aumentare la capacità delle comunità e delle organizzazioni non profit, anche in termini organizzativi e di risorse.
Questo investimento mira, circolarmente, ad aumentare il tasso di partecipazione sociale e politica dei giovani con il fine di rafforzare il pensiero democratico nel Paese. In questa prospettiva, la Strategia prevede degli obiettivi specifici in tema di partecipazione attiva dei giovani che mirano ad aumentare la loro fiducia e la loro adesione nei confronti dell’impegno civico attraverso la creazione di “format” e spazi di ascolto delle loro opinioni attraverso i consigli giovanili nelle amministrazioni locali.
RISORSE
Republic of Estonia, Ministry of Education and Research (2019). Youth sector development plan 2021-2035. Tallinn.
Republic of Estonia (2019a). Cohesive Estonia Strategy 2021–2030. Tallinn.
Statistics Estonia (2023). Youth monitoring. https://haridusportaal.edu.ee/youthmonitoring
Republic of Estonia, Youth sector development plan 2021-2035
Nel 2020, l’Irlanda ha adottato una Strategia nazionale per il volontariato per il periodo 2021-2025 (DRCD 2020) rivolta anche ai giovani. Si tratta della prima strategia dedicata al tema nel Paese, e fa capo al Dipartimento per lo Sviluppo Rurale e Comunitario.
In Irlanda, il 28,4% della popolazione, ovvero 1 milione di persone di età superiore ai 15 anni, svolge attività di volontariato. Il volontariato informale (ossia svolto non all’interno di un’organizzazione) rappresenta il 54,7%, mentre il volontariato formale (svolto all’interno di un’organizzazione) rappresenta il 45,3% delle attività di volontariato (DRCD 2022).
La Strategia riconosce il valore del volontariato nel rendere l’Irlanda un luogo più inclusivo e si propone di contribuire a rendere il volontariato il più possibile rappresentativo delle diverse comunità che compongono la società irlandese.
Inoltre, la Strategia mira a sostenere le persone e le organizzazioni che lavorano con le comunità, nell’ottica di promuovere partnership e collaborazioni per lo sviluppo di politiche e programmi con e per le comunità, e si prevede che queste ultime vengano consultate nei processi decisionali.
Si ritiene necessario sostenere il settore del volontariato anche a livello finanziario, per incentivarne la cultura nella popolazione e nella politica. In questo senso, la Strategia si pone l’obiettivo di strutturare nel breve periodo un report dell’impatto sociale ed economico generato dal volontariato a cura del Dipartimento per lo Sviluppo Rurale e Comunitario.
Il documento propone una tabella di marcia condivisa per i volontari e le organizzazioni della società civile. Vengono definite 13 azioni, tra le quali vi è anche lo sviluppo di programmi volti ad aumentare il numero di volontari provenienti da gruppi sottorappresentati (come i giovani di età compresa tra i 12 e i 25 anni) ed individuare una serie di opportunità e sostegni. In questa direzione è stato commissionato uno studio relativo al tema del coinvolgimento dei giovani nel volontariato (DRCD 2022).
La Strategia, riconoscendo l’evoluzione del volontariato verso forme sempre più “individualizzate” e “liquide”, si propone di supportare le organizzazioni in questa transizione verso una rimodulazione delle attività, nell’ottica di riuscire a coinvolgere anche i più giovani che appaiono distanti dalle forme tradizionali del volontariato.
RISORSE
Irish Department of Rural and Community Development [DRCD] (2020). National Volunteering Strategy 2021 – 2025. Dublin.
Irish Department of Rural and Community Development [DRCD] (2022). National Volunteering Strategy 2021 – 2025, Annual Update – 2022. Dublin.
Sul tema del volontariato giovanile, l’Italia non presenta strategie strutturate. Tuttavia, all’interno della recente Riforma del Terzo settore, è stata prevista la ristrutturazione del servizio civile con la trasformazione di quest’ultimo nel Servizio Civile Universale.
Si tratta del principale programma per la promozione dei valori della solidarietà e della partecipazione sociale dei giovani. La riforma ha introdotto la possibilità per i giovani interessati di presentare la propria candidatura per la partecipazione ad una progettazione a scopo sociale in un Paese membro dell’Unione europea per un periodo massimo di 3 mesi, così come di poter usufruire di un servizio di orientamento – sempre di 3 mesi – per facilitare l’accesso al mercato del lavoro.
Il programma è stato rinnovato nel gennaio 2023 per il periodo 2023-2025. Il Servizio Civile Universale è accessibile a persone tra i 18 e 28 anni nei numeri consentiti dai fondi annualmente stanziati. Per il 2023 la quota di posti per i volontari è cresciuta raggiungendo il numero di 71.550.
I giovani che avanzeranno la loro candidatura potranno essere impiegati all’interno di progetti nazionali e internazionali.
Gli ambiti di applicazione per il Servizio Civile Universale sono:
- assistenza;
- protezione civile;
- patrimonio ambientale e rigenerazione urbana;
- patrimonio storico, artistico e culturale;
- promozione ed educazione al turismo culturale, paesaggistico, ambientale, sportivo, sostenibile e sociale;
- agricoltura nelle aree montane, agricoltura sociale e biodiversità;
- promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata;
- promozione e tutela dei diritti umani;
- cooperazione allo sviluppo;
- promozione della cultura italiana e sostegno alle comunità italiane all’estero.
Per l’implementazione del programma sono previsti finanziamenti dal PNRR pari a 650 milioni di euro. I giovani volontari che partecipano al Servizio Civile Universale usufruiscono di un minimo di 80 ore di formazione che comportano l’acquisizione di crediti formativi spendibili nel mercato del lavoro e il riconoscimento delle competenze acquisite nel percorso. Inoltre, ricevono un’indennità mensile di 440 euro che aumenta in caso di servizio all’estero (per il quale sono a carico dello Stato il vitto, l’alloggio e le spese di viaggio). Sono anche previste ferie proporzionali al periodo di applicazione e il riconoscimento del servizio per il fondo pensione. Non mancano i progetti con accesso facilitato per giovani vulnerabili o svantaggiati.
RISORSE
Ambrosini, M. e Cossetta, A. (2022). Il nuovo servizio civile universale. La meglio gioventù in azione. Il Mulino, Bologna.
Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio Civile Universale