La crisi climatica, quella pandemica, le tensioni geopolitiche e le vicende belliche accese in più punti del globo; le spinte inflazionistiche e le fibrillazioni dei mercati internazionali; gli elevati costi delle transizioni, dei cambiamenti in campo energetico, in particolare; le trasformazioni del mercato del lavoro e dello stesso significato di quest’ultimo; la riorganizzazione delle filiere di approvvigionamento; il salto quantico prodotto dall’intelligenza artificiale; le pressioni migratorie e i cambiamenti demografici: tutto concorre a dipingere uno scenario incerto nelle sue evoluzioni che genera inquietudine rispetto al comune futuro. Ancor più se osservato con gli occhi di un giovane che si affaccia alla vita autonoma.
Parliamo di una fase cruciale della crescita che dovrebbe essere caratterizzata da un’apertura fiduciosa a molteplici possibilità del divenire e da una spinta positiva e costruttiva verso il domani. Per le nuove generazioni si tratta, in effetti, di far fiorire le premesse coltivate nel percorso educativo e formativo; di trovare un proprio posto nel mondo attraverso un lavoro appassionante e di qualità; di affrontare un’uscita naturale e promettente dalla famiglia di origine; di mettersi in gioco in una nuova prospettiva “generativa”, a livello biologico e sociale, per affrontare nuove sfide e responsabilità, dove l’autonomia – intesa come “interindipendenza”, ovvero come libertà nella reciprocità delle relazioni – diventa motore di espressione originale, partecipazione libera e contribuzione creativa nei confronti di una società di cui ci si sente parte.
È da questa prospettiva che il nuovo Rapporto Italia Generativa 2023 prova a guardare al Paese, zoomando su un oggetto delicato e oggi particolarmente critico per l’Italia: la condizione giovanile.
Cosa significa per un giovane affrontare questa fase della vita nel nostro Paese ? Come avviene il passaggio generazionale? E cosa suggerisce il confronto con l’Europa?
Il Rapporto Italia Generativa offre una lettura sintetica di alcuni dei principali fenomeni in atto che investono le nuove generazioni. Lo scenario offerto è costruito sulla base di dati già disponibili, ma qui ricomposti lungo cinque fili rossi che corrispondono ad altrettante transizioni nel percorso verso l’adultità.
Il primo capitolo è dedicato all’educazione e alla formazione, strumenti indispensabili alla crescita integrale della persona, alla valorizzazione delle sue intelligenze, nella relazione con altri e i diversi contesti. Una dotazione indispensabile, oggi forse più di ieri, per guardare positivamente al futuro.
Il primo capitolo è dedicato all’educazione e alla formazione, strumenti indispensabili alla crescita integrale della persona, alla valorizzazione delle sue intelligenze, nella relazione con altri e i diversi contesti. Una dotazione indispensabile, oggi forse più di ieri, per guardare positivamente al futuro.
Nel secondo capitolo ci si sofferma sull’ingresso nel mondo del lavoro e sulle possibilità di avviare esperienze imprenditoriali. È un momento fondamentale per un giovane, che vede coincidere la ricerca della propria realizzazione con quella dell’indipendenza economica e della contribuzione sociale.
Il terzo capitolo analizza il processo di autonomia a partire dall’uscita dalla famiglia di origine e all’accesso alla casa, dalla possibilità di raggiungere un equilibrio tra sviluppo autonomo e carichi di cura, dalle opportunità di vivere in contesti sicuri e inclusivi.
Focalizzato sul tema della salute e del benessere è il quarto capitolo che vede centrali la tutela della salute mentale, il contrasto al disagio sociale, la lotta alle dipendenze.
Infine, il quinto capitolo è dedicato alla partecipazione civica e alla contribuzione dei giovani alla vita sociale e politica quale spazio di costruzione di sé e, insieme, di comunità di luogo e di senso, nel perseguimento di obiettivi collettivi.
Ogni capitolo segue una medesima struttura.
Dopo una breve introduzione al tema scelto, vengono presentati in forma grafica i dati relativi agli indicatori selezionati che descrivono la situazione dell’Italia nel quadro europeo.
Per alcune tematiche di particolare interesse nazionale, sono stati inseriti grafici che restituiscono un confronto regionale.
L’oggetto del capitolo viene poi analizzato dall’angolatura dell’Unione Europea, con un focus sulla visione, sulle strategie e sugli interventi emergenti dagli indirizzi comunitari.
Segue una nuova sezione denominata “Agenda setting” che inquadra una questione considerata prioritaria nell’affrontare l’argomento esaminato nel capitolo.
Infine, un ultimo paragrafo dedicato al chi fa cosa propone una selezione di iniziative europee dedicate al contrasto al problema indagato, dove l’obiettivo non è quello di analizzare gli esiti delle singole politiche, bensì di favorire un immaginario per l’azione.
Il Rapporto vede poi anche una sezione dedicata al PNRR, con una scheda sintetica che illustra i progetti in atto a favore delle giovani generazioni. L’intento è di rimettere a fuoco la grande opportunità che il PNRR rappresenta per il Paese e la necessità di utilizzarla al meglio in un’ottica generazionale.
Il lavoro si chiude con alcune considerazioni finali che, nel proporre una sintesi dei tanti dati e delle tante sollecitazioni raccolte, individua alcuni possibili percorsi futuri.
Oggi, diventare adulti in Italia è per molti aspetti più complicato che altrove, in Europa. Da un lato, le nuove generazioni ricevono in eredità un crescente squilibrio generazionale che vede favorite le coorti più anziane. Dall’altro, non è affatto scontato per molti giovani italiani disporre di risorse, strumenti e accompagnamenti adeguati nel percorso verso la piena realizzazione di sé, nella formazione, nel lavoro, nella vita sociale.
Le nostre comunità sono attraversate da generazioni diverse e le più vive sono quelle capaci di incorporare e mettere a valore l’inevitabile dissonanza tra giovani e anziani. Una dissonanza resa più evidente dai mutamenti in atto, in primis la digitalizzazione. Il dialogo intergenerazionale non è affatto scontato, tanto meno il passaggio di consegne, che significa – detto altrimenti – fare spazio, creare occasioni, lasciar andare da parte delle generazioni senior alle nuove. E’ evidente che attorno a questo snodo si giochi una partita cruciale.
E dunque, come è possibile sbrogliare la matassa contorta della questione giovanile e ridare slancio al futuro?
Le coordinate adottate dal Rapporto nella lettura delle questioni, così come nell’individuazione di possibili piste di lavoro sono quelle indicate dalla generatività sociale.
È forse utile ricordare che la generatività sociale è un agire orientato socialmente dalla consapevolezza dell’interdipendenza degli attori sociali tra loro, degli stessi con il contesto e con le nuove generazioni. Una prospettiva che aiuta a riconoscersi in relazione con tutti e tutto, dentro ad appartenenze – relazionali, contestuali, di senso – più ampie del singolo che alimentano la possibilità di un nuovo desiderio di contribuzione all’esistenza di quanto si è ricevuto, di quanto si partecipa, di quanto si vuole continuare a far prosperare.
Può dirsi “generativa” una società capace di rigenerare continuamente la fecondità, il senso e la direzione di questo legame tra il Sé e l’altro, e di coltivare sempre nuovi spazi in cui il desiderio di generazione e rigenerazione possa più facilmente realizzarsi.
La prospettiva della generatività sociale ci richiama a tenere viva una domanda: come è possibile oggi risvegliare la capacità creativa e contributiva personale e collettiva in cui tradurre la libertà propria e degli altri, soprattutto dei più giovani?
È dunque un invito controcorrente, quello della generatività sociale, che sollecita ad un nuovo pensiero e a una nuova azione. Si tratterebbe, cioè, di avviare processi in grado di
- autorizzare, si tratterebbe, cioè, di aprire nuovi spazi e opportunità ai giovani, consentendo loro di divenire sempre più profondamente “autori” della loro vita;
- abilitare, cioè dotare, consegnare saperi, offrire strumenti in grado di aumentare il potere di azione delle nuove generazioni:
- capacitare, ovvero alleggerire, facilitare, smontare ostacoli, togliere barriere, semplificare tutto ciò che impedisce la piena fioritura delle intelligenze e capacità dei giovani.
Assumendo questo sguardo, il Rapporto desidera offrire un contributo concreto all’avvio di circoli virtuosi tra osservazione, conoscenza, riflessione, azione, valutazione, per favorire la circolarità di una nuova intelligenza vivente a servizio della capacità generativa/rigenerativa di persone, organizzazioni, comunità istituzioni.
Il quadro emergente dai dati è spinoso, ma se molti sono i nodi a cui mettere mano, non mancano nel nostro Paese coloro che desiderano prendere sul serio questo tempo e le sue sfide. Per questo, come suggerisce la prospettiva generativa, il Rapporto – che non rinuncia ad indicare blocchi, ritardi e arretratezze – desidera porsi, fiduciosamente nell’orizzonte della libertà, che è nuova nascita e possibile altrimenti.
Infine, il Rapporto è strumento che desidera dialogare e connettersi con più pubblici, più generazioni, più mondi. Per questo è costruito come un ipertesto: nel raccogliere dati, grafici e indicazioni di policy, rimanda inevitabilmente ad altro e ad altri – rapporti, studi, analisi, contesti, esperienze, sfruttando le possibilità del digitale. Soprattutto, il Rapporto è un pretesto per alimentare costruttivamente un discorso chiaro e responsabile. Sostenibile. Per chiamare a raccolta chi ci sta, chi avverte sana inquietudine e desiderio autentico di trasformazione a beneficio del nostro futuro.
Che sono, alla fine, le giovani generazioni.