In questo capitolo:
- Disponibilità di risorse finanziarie – capitale proprio e debito – per le piccole e medie imprese
- Misura in cui le politiche pubbliche supportano l’imprenditorialità – l’imprenditorialità come questione economica rilevante
- Misura in cui le politiche pubbliche supportano l’imprenditorialità – normative e tassazione sono neutrali rispetto alla dimensione o incoraggiano nuove imprese e PMI?
- Presenza e qualità dei programmi che assistono direttamente le PMI a tutti i livelli di governo (nazionale, regionale, municipale)
- Misura in cui la formazione nella creazione o gestione di PMI è incorporata nel sistema educativo e di formazione a livello primario e secondario
- Misura in cui la formazione nella creazione o gestione di PMI è incorporata nel sistema educativo e di formazione a livello superiore come formazione professionale, università, scuole di commercio, ecc.
- Misura in cui la ricerca e sviluppo nazionale porterà a nuove opportunità commerciali ed è accessibile alle PMI
- Presenza di diritti di proprietà, servizi legali e commerciali, contabilità e altre istituzioni di valutazione che supportano o promuovono le PMI
- Livello di cambiamento percepito nei mercati di anno in anno dagli imprenditori
- Misura in cui le nuove imprese sono libere di entrare nei mercati esistenti
- Facilità di accesso alle risorse fisiche – comunicazioni, servizi pubblici, trasporti, terreni o spazi – a un prezzo che non discrimini le PMI
- Misura in cui le norme sociali e culturali incoraggiano o permettono azioni che portano a nuovi metodi di business o attività che possono potenzialmente aumentare la ricchezza e il reddito personale
- Percentuale della popolazione tra 18-64 anni che vede buone opportunità per avviare un’impresa nell’area in cui vive
- Percentuale della popolazione tra 18-64 anni che crede di avere le competenze e le conoscenze necessarie per avviare un’impresa
- Percentuale della popolazione tra 18-64 anni che concorda di vedere buone opportunità ma che non avvierebbe un’impresa per paura che possa fallire.
- Percentuale della popolazione tra 18-64 anni che concorda con l’affermazione che nel loro paese, gli imprenditori di successo ricevono un alto status
- Percentuale della popolazione tra 18-64 anni che concorda con l’affermazione che nel loro paese, la maggior parte delle persone considera l’avvio di un’impresa come una scelta di carriera desiderabile
- Tasso di coinvolgimento dei dipendenti in attività imprenditoriali, come lo sviluppo o il lancio di nuovi prodotti o servizi, o l’istituzione di una nuova unità aziendale, un nuovo stabilimento o filiale
- Importanza dell’impegno sociale dell’azienda nella scelta di un potenziale lavoro, giovani 15-30 anni (%)
- Lavoro autonomo o impiegato? Preferenze dei giovani 15-30 anni (%)
- La principale preoccupazione delle aziende dovrebbe essere il profitto o la tutela delle persone e del pianeta? Giovani 15-30 anni (%)
- Settori attrattivi per giovani imprenditori (%)
- Motivi principali che scoraggiano i giovani (15-30 anni) dall’avviare attività imprenditoriali (%)
Approfondimenti Italia
Disponibilità di risorse finanziarie – capitale proprio e debito – per le piccole e medie imprese (PMI) (inclusi sovvenzioni e sussidi)
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura l’accesso a capitale proprio e a debito, includendo anche sovvenzioni e sussidi pubblici. Il punteggio, espresso su una scala da 1 a 9, deriva da un’analisi basata su percezioni di esperti e dati economici, riflettendo il grado di supporto finanziario disponibile per le imprese di piccola e media dimensione nei diversi Paesi.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,47, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. Nel confronto con le principali economie europee di dimensioni demografiche ed economiche comparabili, l’Italia si colloca al di sotto di Francia (5,37), Germania (4,84) e Regno Unito (4,83), evidenziando un contesto di finanziamento meno favorevole per le PMI rispetto a questi Paesi. Al contrario, il dato italiano risulta leggermente superiore a quello spagnolo (3,58).
Appare significativa la distanza osservabile rispetto ai Paesi con un sistema finanziario più sviluppato, come Paesi Bassi (5,86), Svizzera (5,84) e Finlandia (7,13), indicando un potenziale gap strutturale nell’accesso al capitale, che potrebbe limitare la crescita e la competitività delle PMI italiane nel contesto europeo.
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura l’accesso a capitale proprio e a debito, includendo anche sovvenzioni e sussidi pubblici. Il punteggio, espresso su una scala da 1 a 9, deriva da un’analisi basata su percezioni di esperti e dati economici, riflettendo il grado di supporto finanziario disponibile per le imprese di piccola e media dimensione nei diversi Paesi.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,47, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. Nel confronto con le principali economie europee di dimensioni demografiche ed economiche comparabili, l’Italia si colloca al di sotto di Francia (5,37), Germania (4,84) e Regno Unito (4,83), evidenziando un contesto di finanziamento meno favorevole per le PMI rispetto a questi Paesi. Al contrario, il dato italiano risulta leggermente superiore a quello spagnolo (3,58).
Appare significativa la distanza osservabile rispetto ai Paesi con un sistema finanziario più sviluppato, come Paesi Bassi (5,86), Svizzera (5,84) e Finlandia (7,13), indicando un potenziale gap strutturale nell’accesso al capitale, che potrebbe limitare la crescita e la competitività delle PMI italiane nel contesto europeo.
Misura in cui le politiche pubbliche supportano l‘imprenditorialità – l’imprenditorialità come questione economica rilevante
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) valuta il grado di rilevanza attribuito all’imprenditorialità all’interno dei programmi economici nazionali. Il punteggio, espresso su una scala da 1 a 9, è determinato attraverso un’analisi delle politiche governative, considerando il livello di attenzione dedicato all’imprenditorialità, alle misure di sostegno e all’integrazione dell’argomento nei programmi economici.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,43, posizionandosi nella fascia medio-alta del ranking europeo. Tra le principali economie comparabili, l’Italia si colloca leggermente al di sotto di Francia (5,29), Paesi Bassi (5,09) e Svizzera (5,10), ma supera Germania (4,10), Regno Unito (3,66) e Spagna (3,28), evidenziando un’attenzione relativamente più elevata all’imprenditorialità nel contesto delle politiche economiche nazionali. Tuttavia, permane un netto divario rispetto ai Paesi che occupano le prime posizioni, come Lituania (5,93) e Finlandia (5,50).
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) valuta il grado di rilevanza attribuito all’imprenditorialità all’interno dei programmi economici nazionali. Il punteggio, espresso su una scala da 1 a 9, è determinato attraverso un’analisi delle politiche governative, considerando il livello di attenzione dedicato all’imprenditorialità, alle misure di sostegno e all’integrazione dell’argomento nei programmi economici.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,43, posizionandosi nella fascia medio-alta del ranking europeo. Tra le principali economie comparabili, l’Italia si colloca leggermente al di sotto di Francia (5,29), Paesi Bassi (5,09) e Svizzera (5,10), ma supera Germania (4,10), Regno Unito (3,66) e Spagna (3,28), evidenziando un’attenzione relativamente più elevata all’imprenditorialità nel contesto delle politiche economiche nazionali. Tuttavia, permane un netto divario rispetto ai Paesi che occupano le prime posizioni, come Lituania (5,93) e Finlandia (5,50).
Misura in cui le politiche pubbliche supportano l’imprenditorialità – le tasse o le regolamentazioni sono neutrali rispetto alla dimensione o incoraggiano nuove imprese e PMI
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura il grado in cui il sistema fiscale e normativo di un Paese favorisce, o almeno non penalizza, la nascita e la crescita delle PMI e delle nuove imprese. Il punteggio, espresso su una scala da 1 a 9, riflette la percezione degli esperti riguardo all’impatto delle tasse e delle regolamentazioni sull’ecosistema imprenditoriale.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 3,79, posizionandosi al penultimo posto in Europa, davanti alla Spagna (3,22). L’Italia si colloca a distanza ravvicinata da Slovacchia (3,84) e Polonia (3,95), ma significativamente al di sotto di economie comparabili come Germania (4,18), Francia (4,87) e Regno Unito (5,15). Il netti divario con i Paesi più avanzati in questo ambito, come Paesi Bassi (6,01), Finlandia (6,32) ed Estonia (6,68), evidenzia una competitività fiscale e regolatoria inferiore, che potrebbe rappresentare un freno alla nascita e alla crescita delle imprese in Italia.
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura il grado in cui il sistema fiscale e normativo di un Paese favorisce, o almeno non penalizza, la nascita e la crescita delle PMI e delle nuove imprese. Il punteggio, espresso su una scala da 1 a 9, riflette la percezione degli esperti riguardo all’impatto delle tasse e delle regolamentazioni sull’ecosistema imprenditoriale.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 3,79, posizionandosi al penultimo posto in Europa, davanti alla Spagna (3,22). L’Italia si colloca a distanza ravvicinata da Slovacchia (3,84) e Polonia (3,95), ma significativamente al di sotto di economie comparabili come Germania (4,18), Francia (4,87) e Regno Unito (5,15). Il netti divario con i Paesi più avanzati in questo ambito, come Paesi Bassi (6,01), Finlandia (6,32) ed Estonia (6,68), evidenzia una competitività fiscale e regolatoria inferiore, che potrebbe rappresentare un freno alla nascita e alla crescita delle imprese in Italia.
Livello di presenza e qualità dei programmi di supporto alle PMI a tutti i livelli di governo
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura il grado in cui il numero e la qualità delle politiche dei diversi Paesi europei favoriscono la nascita e la crescita delle PMI e delle nuove imprese. Il punteggio, espresso su una scala da 1 a 9, riflette la percezione degli esperti riguardo all’impatto dei programmi politici a tutti i livelli di governo sull’ecosistema imprenditoriale.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,39, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. Rispetto alle principali economie comparabili, Il nostro Paese si colloca al di sopra di Spagna (4,34) e Regno Unito (4,10), ma registra un valore inferiore a Francia (5,88) e Germania (6,43). L’Italia rimane distante dalle economie europee più avanzate in questo, Austria (7,06) e Lituania (6,49), che guidano la classifica.
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura il grado in cui il numero e la qualità delle politiche dei diversi Paesi europei favoriscono la nascita e la crescita delle PMI e delle nuove imprese. Il punteggio, espresso su una scala da 1 a 9, riflette la percezione degli esperti riguardo all’impatto dei programmi politici a tutti i livelli di governo sull’ecosistema imprenditoriale.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,39, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. Rispetto alle principali economie comparabili, Il nostro Paese si colloca al di sopra di Spagna (4,34) e Regno Unito (4,10), ma registra un valore inferiore a Francia (5,88) e Germania (6,43). L’Italia rimane distante dalle economie europee più avanzate in questo, Austria (7,06) e Lituania (6,49), che guidano la classifica.
Livello di integrazione della formazione imprenditoriale nel sistema educativo
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura il grado di diffusione e integrazione di programmi di formazione imprenditoriale nei sistemi formativi dei diversi Paesi europei, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 3,46 per l’integrazione della formazione imprenditoriale nell’istruzione primaria e secondaria e di 4,62 per quanto riguarda l’istruzione superiore e professionale, posizionandosi nella fascia medio-alta rispetto agli altri Paesi europei.
Il grado di integrazione della formazione imprenditoriale all’interno dei programmi di istruzione primaria e secondaria, attribuito all’Italia è superiore rispetto economie comparabili come Francia (2,44), Germania (2,57), Spagna (2,06) e Regno Unito (3,01), ma rimanendo distante dai Paesi con un’integrazione più avanzata, come Finlandia (6,09), Paesi Bassi (5,47) ed Estonia (5,45).
Per quanto riguarda invece l’istruzione superiore e professionale, l’Italia (4,62) si colloca in una posizione superiore rispetto al Regno Unito (4,55), ma inferiore rispetto a Germania (4,98), Francia (5,07) e Paesi Bassi (6,28).
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura il grado di diffusione e integrazione di programmi di formazione imprenditoriale nei sistemi formativi dei diversi Paesi europei, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 3,46 per l’integrazione della formazione imprenditoriale nell’istruzione primaria e secondaria e di 4,62 per quanto riguarda l’istruzione superiore e professionale, posizionandosi nella fascia medio-alta rispetto agli altri Paesi europei.
Il grado di integrazione della formazione imprenditoriale all’interno dei programmi di istruzione primaria e secondaria, attribuito all’Italia è superiore rispetto economie comparabili come Francia (2,44), Germania (2,57), Spagna (2,06) e Regno Unito (3,01), ma rimanendo distante dai Paesi con un’integrazione più avanzata, come Finlandia (6,09), Paesi Bassi (5,47) ed Estonia (5,45).
Per quanto riguarda invece l’istruzione superiore e professionale, l’Italia (4,62) si colloca in una posizione superiore rispetto al Regno Unito (4,55), ma inferiore rispetto a Germania (4,98), Francia (5,07) e Paesi Bassi (6,28).
Livello di accessibilità della ricerca e sviluppo per le PMI per la creazione di nuove opportunità commerciali
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura il grado di accessibilità al settore della ricerca e sviluppo per le piccole e medie imprese nei diversi Paesi europei, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,28, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo, collocandosi al di sopra di Paesi come Spagna (3,50), Polonia (3,49) e Regno Unito (3,93), ma al di sotto di Paesi con sistemi di innovazione più accessibili per le PMI, tra cui Francia (4,49), Germania (4,59) e Lussemburgo (4,69). Il divario con le economie più avanzate in questo ambito, come Paesi Bassi (5,44), Svizzera (5,96) e Finlandia (5,97), evidenzia una minore integrazione tra il sistema di ricerca e sviluppo e le piccole e medie imprese italiane.
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura il grado di accessibilità al settore della ricerca e sviluppo per le piccole e medie imprese nei diversi Paesi europei, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,28, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo, collocandosi al di sopra di Paesi come Spagna (3,50), Polonia (3,49) e Regno Unito (3,93), ma al di sotto di Paesi con sistemi di innovazione più accessibili per le PMI, tra cui Francia (4,49), Germania (4,59) e Lussemburgo (4,69). Il divario con le economie più avanzate in questo ambito, come Paesi Bassi (5,44), Svizzera (5,96) e Finlandia (5,97), evidenzia una minore integrazione tra il sistema di ricerca e sviluppo e le piccole e medie imprese italiane.
Livello di presenza di servizi legali, contabili e istituzioni di supporto alle PMI
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura il grado di diffusione e accessibilità a servizi legali, contabili e altre istituzioni di supporto per le piccole e medie imprese nei diversi Paesi europei, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,91, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. L’Italia si colloca al di sotto di economie comparabili come Francia (5,76), Germania (5,77) e Regno Unito (5,26), evidenziando un sistema di supporto alle PMI meno strutturato rispetto a questi Paesi. Il divario con i Paesi caratterizzati da un’infrastruttura di supporto più sviluppata, come Paesi Bassi (6,38), Svizzera (6,20) e Finlandia (6,92), evidenzia margini di miglioramento per potenziare i servizi di assistenza legale, contabile e istituzionale a favore delle PMI italiane, al fine di agevolarne la crescita e la competitività nel mercato europeo.
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura il grado di diffusione e accessibilità a servizi legali, contabili e altre istituzioni di supporto per le piccole e medie imprese nei diversi Paesi europei, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,91, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. L’Italia si colloca al di sotto di economie comparabili come Francia (5,76), Germania (5,77) e Regno Unito (5,26), evidenziando un sistema di supporto alle PMI meno strutturato rispetto a questi Paesi. Il divario con i Paesi caratterizzati da un’infrastruttura di supporto più sviluppata, come Paesi Bassi (6,38), Svizzera (6,20) e Finlandia (6,92), evidenzia margini di miglioramento per potenziare i servizi di assistenza legale, contabile e istituzionale a favore delle PMI italiane, al fine di agevolarne la crescita e la competitività nel mercato europeo.
Livello di cambiamento nei mercati interni di anno in anno
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura misura la percezione degli imprenditori nei diversi Paesi europei riguardo alle trasformazioni nei mercati interni in cui operano. L’indicatore, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9, ha l’obiettivo di valutare il grado di dinamismo del contesto economico nazionale e la frequenza con cui emergono nuove opportunità di business o si modificano le condizioni competitive.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,96, posizionandosi nella fascia intermedia del ranking europeo, superando il punteggio di economie come Francia (3,93), Svizzera (3,82) e Austria (3,74), che mostrano una minore dinamicità del mercato interno. Tuttavia, l’Italia si posiziona al di sotto di Paesi come Germania (5,53), Regno Unito (5,53) e Paesi Bassi (5,19), dove la variabilità del mercato è più marcata.
Il divario rispetto alle economie con i mercati interni più dinamici, come Slovenia (6,56), Polonia (6,61) ed Estonia (6,26), evidenzia che il contesto italiano, pur mostrando segnali di cambiamento, sembra essere meno soggetto a trasformazioni rispetto ai mercati più fluidi dell’Europa orientale e settentrionale. Ciò potrebbe riflettere una struttura economica più stabile, ma anche una minore propensione all’innovazione e al rinnovamento competitivo.
L’indicatore rilevato dal GEM (Global Entrepreneurship Monitor) misura misura la percezione degli imprenditori nei diversi Paesi europei riguardo alle trasformazioni nei mercati interni in cui operano. L’indicatore, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9, ha l’obiettivo di valutare il grado di dinamismo del contesto economico nazionale e la frequenza con cui emergono nuove opportunità di business o si modificano le condizioni competitive.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,96, posizionandosi nella fascia intermedia del ranking europeo, superando il punteggio di economie come Francia (3,93), Svizzera (3,82) e Austria (3,74), che mostrano una minore dinamicità del mercato interno. Tuttavia, l’Italia si posiziona al di sotto di Paesi come Germania (5,53), Regno Unito (5,53) e Paesi Bassi (5,19), dove la variabilità del mercato è più marcata.
Il divario rispetto alle economie con i mercati interni più dinamici, come Slovenia (6,56), Polonia (6,61) ed Estonia (6,26), evidenzia che il contesto italiano, pur mostrando segnali di cambiamento, sembra essere meno soggetto a trasformazioni rispetto ai mercati più fluidi dell’Europa orientale e settentrionale. Ciò potrebbe riflettere una struttura economica più stabile, ma anche una minore propensione all’innovazione e al rinnovamento competitivo.
Livello di libertà di accesso ai mercati per le nuove imprese
L’indicatore rilevato dal Global Entrepreneurship Monitor (GEM) misura la facilità di accesso e competizione delle nuove imprese all’interno dei diversi mercati nazionali. Questo parametro, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9, è utile per fornire una valutazione del grado di apertura del contesto economico verso l’imprenditorialità e del livello di concorrenza esistente.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,25 posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. L’Italia si colloca appena al di sopra di Spagna (3,44) e Cipro (3,77), ma risulta leggermente al di sotto di altri Paesi comparabili per dimensioni demografiche ed economiche, come Francia (4,66), Regno Unito (4,69) e Germania (4,94).
Il divario con le economie più avanzate in questo ambito, come Paesi Bassi (6,22), Finlandia (6,13) e Lituania (6,04), suggerisce la presenza di ostacoli normativi, burocratici o strutturali che limitano la facilità con cui le nuove imprese italiane possono entrare e competere nel mercato.
L’indicatore rilevato dal Global Entrepreneurship Monitor (GEM) misura la facilità di accesso e competizione delle nuove imprese all’interno dei diversi mercati nazionali. Questo parametro, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9, è utile per fornire una valutazione del grado di apertura del contesto economico verso l’imprenditorialità e del livello di concorrenza esistente.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,25 posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. L’Italia si colloca appena al di sopra di Spagna (3,44) e Cipro (3,77), ma risulta leggermente al di sotto di altri Paesi comparabili per dimensioni demografiche ed economiche, come Francia (4,66), Regno Unito (4,69) e Germania (4,94).
Il divario con le economie più avanzate in questo ambito, come Paesi Bassi (6,22), Finlandia (6,13) e Lituania (6,04), suggerisce la presenza di ostacoli normativi, burocratici o strutturali che limitano la facilità con cui le nuove imprese italiane possono entrare e competere nel mercato.
Livello di accessibilità finanziaria alle risorse fisiche per le PMI
L’indicatore rilevato dal Global Entrepreneurship Monitor (GEM) misura la facilità con cui le piccole e medie imprese (PMI) possono ottenere le risorse materiali necessarie per avviare e sviluppare la propria attività nei diversi Paesi europei, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 5,73, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. L’Italia registra un valore in linea con Germania (5,73) e leggermente superiore a Regno Unito (5,40) e Irlanda (5,23), ma resta distante dalle economie europee con una maggiore accessibilità finanziaria alle risorse fisiche per le PMI, come Spagna (6,34), Francia (6,74) e Paesi Bassi (7,03).
Il netto divario con le economie leader in questo ambito, come Lituania (8,07), Finlandia (8,59) e Svizzera (7,64), suggerisce che in Italia permangono ostacoli nell’accesso a strutture, macchinari e altre risorse fisiche necessarie per la crescita delle PMI.
L’indicatore rilevato dal Global Entrepreneurship Monitor (GEM) misura la facilità con cui le piccole e medie imprese (PMI) possono ottenere le risorse materiali necessarie per avviare e sviluppare la propria attività nei diversi Paesi europei, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 5,73, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. L’Italia registra un valore in linea con Germania (5,73) e leggermente superiore a Regno Unito (5,40) e Irlanda (5,23), ma resta distante dalle economie europee con una maggiore accessibilità finanziaria alle risorse fisiche per le PMI, come Spagna (6,34), Francia (6,74) e Paesi Bassi (7,03).
Il netto divario con le economie leader in questo ambito, come Lituania (8,07), Finlandia (8,59) e Svizzera (7,64), suggerisce che in Italia permangono ostacoli nell’accesso a strutture, macchinari e altre risorse fisiche necessarie per la crescita delle PMI.
Livello di supporto sociale e culturale all’innovazione imprenditoriale e alla crescita del reddito
L’indicatore rilevato dal Global Entrepreneurship Monitor (GEM) misura il grado in cui la società e la cultura di un Paese favoriscono e incentivano l’innovazione, l’attività imprenditoriale e la crescita economica individuale. Questo parametro, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9, è utile per comprendere il contesto in cui operano gli imprenditori e per valutare l’impatto delle norme sociali e culturali sulla creazione e sullo sviluppo delle imprese.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,44, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. L’Italia si colloca nettamente al di sopra della Spagna (3,57), leggermente al di sopra di Paesi come Germania (4,09) e Austria (3,86), in linea con Francia (4,38) e Polonia (4,47), ma al di sotto delle economie europee caratterizzate da un contesto sociale e culturale più favorevole all’innovazione imprenditoriale, come Finlandia (5,43), Regno Unito (5,54), e Svezia (5,57).
Il divario risulta ancora più netto con i Paesi leader in questo ambito, come Paesi Bassi (6,35), Lituania (6,63) ed Estonia (7,77).
Questo dato suggerisce che in Italia permangono barriere culturali e sociali che limitano l’iniziativa imprenditoriale e la propensione al rischio.
L’indicatore rilevato dal Global Entrepreneurship Monitor (GEM) misura il grado in cui la società e la cultura di un Paese favoriscono e incentivano l’innovazione, l’attività imprenditoriale e la crescita economica individuale. Questo parametro, espresso attraverso un punteggio su una scala da 1 a 9, è utile per comprendere il contesto in cui operano gli imprenditori e per valutare l’impatto delle norme sociali e culturali sulla creazione e sullo sviluppo delle imprese.
Nel 2023, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 4,44, posizionandosi nella fascia medio-bassa del ranking europeo. L’Italia si colloca nettamente al di sopra della Spagna (3,57), leggermente al di sopra di Paesi come Germania (4,09) e Austria (3,86), in linea con Francia (4,38) e Polonia (4,47), ma al di sotto delle economie europee caratterizzate da un contesto sociale e culturale più favorevole all’innovazione imprenditoriale, come Finlandia (5,43), Regno Unito (5,54), e Svezia (5,57).
Il divario risulta ancora più netto con i Paesi leader in questo ambito, come Paesi Bassi (6,35), Lituania (6,63) ed Estonia (7,77).
Questo dato suggerisce che in Italia permangono barriere culturali e sociali che limitano l’iniziativa imprenditoriale e la propensione al rischio.
Quota di popolazione (18-64 anni) che vede buone opportunità per avviare un‘impresa nell’area in cui vive
L’indicatore misura la quota di popolazione tra i 18 e i 64 anni che percepisce buone opportunità per avviare un’impresa nell’area in cui vive, esprimendo in percentuale il grado di ottimismo imprenditoriale diffuso nella società.
Nel 2023, in Italia circa una persona su tre (33,8%) percepisce buone opportunità nell’avviare un’impresa, una quota che si posiziona nella parte medio-bassa del ranking europeo. L’Italia si colloca al di sopra di Spagna (30,7%), Slovacchia (32,9%) e Ungheria (28,2%), ma resta ben al di sotto di economie come Germania (41,4%), Francia (50,9%) e Svizzera (52,5%), dove una quota maggiore di popolazione percepisce condizioni favorevoli per l’imprenditorialità.
Il divario con i Paesi leader in questo ambito, come Paesi Bassi (67,4%), Norvegia (68%) e Polonia (73,6%), risulta ancora più ampio. Questo dato suggerisce che in Italia permangono ostacoli strutturali e culturali che limitano la fiducia nelle opportunità di avvio di nuove imprese.
L’indicatore misura la quota di popolazione tra i 18 e i 64 anni che percepisce buone opportunità per avviare un’impresa nell’area in cui vive, esprimendo in percentuale il grado di ottimismo imprenditoriale diffuso nella società.
Nel 2023, in Italia circa una persona su tre (33,8%) percepisce buone opportunità nell’avviare un’impresa, una quota che si posiziona nella parte medio-bassa del ranking europeo. L’Italia si colloca al di sopra di Spagna (30,7%), Slovacchia (32,9%) e Ungheria (28,2%), ma resta ben al di sotto di economie come Germania (41,4%), Francia (50,9%) e Svizzera (52,5%), dove una quota maggiore di popolazione percepisce condizioni favorevoli per l’imprenditorialità.
Il divario con i Paesi leader in questo ambito, come Paesi Bassi (67,4%), Norvegia (68%) e Polonia (73,6%), risulta ancora più ampio. Questo dato suggerisce che in Italia permangono ostacoli strutturali e culturali che limitano la fiducia nelle opportunità di avvio di nuove imprese.
Quota di popolazione (18-64 anni) che crede di avere le competenze e le conoscenze necessarie per avviare un’impresa
L’indicatore misura la quota di popolazione tra i 18 e i 64 anni che ritiene di possedere le competenze e le conoscenze necessarie per avviare un’impresa, espressa in percentuale.
Nel 2023, in Italia circa una persona su 2 (50,9%) dichiara di possedere le competenze necessarie per avviare un’impresa, un valore che rientra nella fascia media del ranking europeo. Il valore italiano è superiore a quello della Germania (42,2%), poco superiore rispetto al dato in Francia (49,5%), ma risulta leggermente inferiore rispetto a Paesi come Spagna (53,2%) e Regno Unito (52,8%).
Il divario, supera i 10 p.p. con i Paesi dove è più elevata la fiducia delle persone nelle proprie capacità imprenditoriali, come Slovenia (62,8%), Serbia (66,1%) e Croazia (73,6%).
L’indicatore misura la quota di popolazione tra i 18 e i 64 anni che ritiene di possedere le competenze e le conoscenze necessarie per avviare un’impresa, espressa in percentuale.
Nel 2023, in Italia circa una persona su 2 (50,9%) dichiara di possedere le competenze necessarie per avviare un’impresa, un valore che rientra nella fascia media del ranking europeo. Il valore italiano è superiore a quello della Germania (42,2%), poco superiore rispetto al dato in Francia (49,5%), ma risulta leggermente inferiore rispetto a Paesi come Spagna (53,2%) e Regno Unito (52,8%).
Il divario, supera i 10 p.p. con i Paesi dove è più elevata la fiducia delle persone nelle proprie capacità imprenditoriali, come Slovenia (62,8%), Serbia (66,1%) e Croazia (73,6%).
Quota di popolazione (18-64 anni) che vede buone opportunità imprenditoriali ma non avviano un’impresa per paura del fallimento
L’indicatore misura la percentuale di individui tra i 18 e i 64 anni che, pur percependo buone opportunità imprenditoriali, non avviano un’impresa a causa della paura del fallimento
Nel 2023, l’Italia ha registrato un valore del 48,5%, posizionandosi nella parte alta del ranking europeo per timore del fallimento. Il dato italiano è superiore a quello di Paesi come Germania (38,6%), Francia (40,1%), e Spagna (46,2%), ma inferiore a quello di economie come Regno Unito (53,2%), Grecia (53,16%) e Polonia (52,25%), dove la paura del fallimento è ancora più diffusa.
Il confronto con i Paesi europei in cui l’avversione al rischio è minore, il divario con l’Italia è superiore ai 10 p.p., come Ungheria (34,41%), Lituania (34,62%) e Svizzera (36,35%). Questi dati suggeriscono che la paura del fallimento rappresenta un ostacolo significativo alla nascita di nuove imprese in Italia.
L’indicatore misura la percentuale di individui tra i 18 e i 64 anni che, pur percependo buone opportunità imprenditoriali, non avviano un’impresa a causa della paura del fallimento
Nel 2023, l’Italia ha registrato un valore del 48,5%, posizionandosi nella parte alta del ranking europeo per timore del fallimento. Il dato italiano è superiore a quello di Paesi come Germania (38,6%), Francia (40,1%), e Spagna (46,2%), ma inferiore a quello di economie come Regno Unito (53,2%), Grecia (53,16%) e Polonia (52,25%), dove la paura del fallimento è ancora più diffusa.
Il confronto con i Paesi europei in cui l’avversione al rischio è minore, il divario con l’Italia è superiore ai 10 p.p., come Ungheria (34,41%), Lituania (34,62%) e Svizzera (36,35%). Questi dati suggeriscono che la paura del fallimento rappresenta un ostacolo significativo alla nascita di nuove imprese in Italia.
Quota di popolazione (18-64 anni) che concorda con l’affermazione che nel loro paese, gli imprenditori di successo ricevono un alto status
L’indicatore misura la percentuale di individui tra i 18 e i 64 anni che ritengono che gli imprenditori di successo godano di un alto status sociale nel proprio Paese. Un valore più elevato suggerisce una maggiore valorizzazione dell’imprenditorialità nella società, il che può incentivare l’avvio di nuove imprese e la propensione al rischio.
Nel 2023, l’Italia ha registrato una quota del 64,3%, collocandosi nella fascia medio-bassa tra i Paesi europei. Il dato italiano è superiore a quello di Francia (51,8%) e Spagna (53%), collocate nelle ultime posizioni del ranking, leggermanete inferiore rispetto a Paesi come Lituania (64,82%), Ungheria (65,59%) e Grecia (69,76%) e nettamente inferiore rispetto ai Paesi che occupano le prime posizioni della classifica: Regno Unito (84,33%), Norvegia (84,73%) e Slovenia (86,18%).
Questo gap culturale nella percezione del successo imprenditoriale percepito dagli italiani potrebbe riflettere una minore visibilità e riconoscimento pubblico degli imprenditori rispetto ad altri ruoli professionali, influenzando negativamente l’attrattività dell’imprenditorialità come carriera.
L’indicatore misura la percentuale di individui tra i 18 e i 64 anni che ritengono che gli imprenditori di successo godano di un alto status sociale nel proprio Paese. Un valore più elevato suggerisce una maggiore valorizzazione dell’imprenditorialità nella società, il che può incentivare l’avvio di nuove imprese e la propensione al rischio.
Nel 2023, l’Italia ha registrato una quota del 64,3%, collocandosi nella fascia medio-bassa tra i Paesi europei. Il dato italiano è superiore a quello di Francia (51,8%) e Spagna (53%), collocate nelle ultime posizioni del ranking, leggermanete inferiore rispetto a Paesi come Lituania (64,82%), Ungheria (65,59%) e Grecia (69,76%) e nettamente inferiore rispetto ai Paesi che occupano le prime posizioni della classifica: Regno Unito (84,33%), Norvegia (84,73%) e Slovenia (86,18%).
Questo gap culturale nella percezione del successo imprenditoriale percepito dagli italiani potrebbe riflettere una minore visibilità e riconoscimento pubblico degli imprenditori rispetto ad altri ruoli professionali, influenzando negativamente l’attrattività dell’imprenditorialità come carriera.
Quota di popolazione (18-64 anni) che concorda con l‘affermazione che nel loro Paese, la maggior parte delle persone considera l’avvio di un’impresa come una scelta di carriera desiderabile
Secondo i dati del Global Entrepreneurship Monitor (GEM), nel 2023, circa 2 italiani su 3 (67,3%) hanno dichiarato di considerare l’avvio di un’impresa come una scelta di carriera desiderabile.
L’Italia si colloca nel raking europeo in linea con il Regno Unito (67,3%) e in una posizione superiore rispetto a Paesi come Spagna (44,3%), Germania (51,1%) e Francia (65,4%), evidenziando una percezione relativamente positiva dell’imprenditorialità come scelta di carriera rispetto ad altre grandi economie europee. Tuttavia, il dato è inferiore a quello di, Grecia (72,9%) e Romania (77,49%), Paesi in cui l’attività imprenditoriale gode di un riconoscimento ancora maggiore.
Secondo i dati del Global Entrepreneurship Monitor (GEM), nel 2023, circa 2 italiani su 3 (67,3%) hanno dichiarato di considerare l’avvio di un’impresa come una scelta di carriera desiderabile.
L’Italia si colloca nel raking europeo in linea con il Regno Unito (67,3%) e in una posizione superiore rispetto a Paesi come Spagna (44,3%), Germania (51,1%) e Francia (65,4%), evidenziando una percezione relativamente positiva dell’imprenditorialità come scelta di carriera rispetto ad altre grandi economie europee. Tuttavia, il dato è inferiore a quello di, Grecia (72,9%) e Romania (77,49%), Paesi in cui l’attività imprenditoriale gode di un riconoscimento ancora maggiore.
Tasso di coinvolgimento dei dipendenti in attività imprenditoriali
Il Global Entrepreneurship Monitor (GEM) misura il tasso di coinvolgimento dei dipendenti in attività imprenditoriali come la percentuale di lavoratori che, pur non essendo imprenditori, partecipano attivamente allo sviluppo di nuove iniziative all’interno delle aziende in cui operano. Questo indicatore riflette il livello di “intrapreneurship”, ovvero la capacità delle imprese di incentivare l’innovazione e la creazione di nuove opportunità attraverso il contributo attivo dei dipendenti.
Nel 2023, l’Italia ha registrato un tasso del 5,4%, posizionandosi in una fascia intermedia tra i Paesi europei. Tra le principali economie comparabili, l’Italia si colloca in un posizione superiore rispetto a Spagna (2,9%) e Francia (3,7%), Germania (3,9%) e Regno Unito (4,2%), mentre il divario risulta abbastanza marcato rispetto ai Paesi con i valori più elevati: Finlandia (7,41%), Austria (7,8%) e Svizzera (9,1%).
Il Global Entrepreneurship Monitor (GEM) misura il tasso di coinvolgimento dei dipendenti in attività imprenditoriali come la percentuale di lavoratori che, pur non essendo imprenditori, partecipano attivamente allo sviluppo di nuove iniziative all’interno delle aziende in cui operano. Questo indicatore riflette il livello di “intrapreneurship”, ovvero la capacità delle imprese di incentivare l’innovazione e la creazione di nuove opportunità attraverso il contributo attivo dei dipendenti.
Nel 2023, l’Italia ha registrato un tasso del 5,4%, posizionandosi in una fascia intermedia tra i Paesi europei. Tra le principali economie comparabili, l’Italia si colloca in un posizione superiore rispetto a Spagna (2,9%) e Francia (3,7%), Germania (3,9%) e Regno Unito (4,2%), mentre il divario risulta abbastanza marcato rispetto ai Paesi con i valori più elevati: Finlandia (7,41%), Austria (7,8%) e Svizzera (9,1%).
La principale preoccupazione delle aziende dovrebbe essere il profitto o la tutela delle persone e del pianeta?
L’Eurobarometro rileva la percezione dei giovani (15-30 anni) rispetto al ruolo delle aziende, chiedendo se la loro principale preoccupazione dovrebbe essere il profitto o la tutela delle persone e del pianeta. Questo indicatore fornisce un quadro delle priorità valoriali delle nuove generazioni nei diversi Paesi europei e del loro orientamento verso modelli economici più sostenibili e socialmente responsabili.
Nel 2022, in Italia, il 28,1% dei giovani riteneva che le aziende dovessero dare priorità alla tutela delle persone e del pianeta. un valore superiore a quello di Paesi Bassi (18,6%), Germania (22,2%) e Spagna (27,3%), ma inferiore rispetto alla Francia (28,4%).
Tra le principali economie europee, l’Italia si colloca tra i Paesi con una maggiore sensibilità verso la sostenibilità e la responsabilità sociale delle imprese, ma resta dietro a Grecia (30,6%) e Romania (33,7%), che mostrano i livelli più alti. Questo dato suggerisce che in Italia la consapevolezza sui temi ambientali e sociali tra i giovani è piuttosto elevata rispetto ad altri grandi Paesi europei, anche se con margini di crescita.
L’Eurobarometro rileva la percezione dei giovani (15-30 anni) rispetto al ruolo delle aziende, chiedendo se la loro principale preoccupazione dovrebbe essere il profitto o la tutela delle persone e del pianeta. Questo indicatore fornisce un quadro delle priorità valoriali delle nuove generazioni nei diversi Paesi europei e del loro orientamento verso modelli economici più sostenibili e socialmente responsabili.
Nel 2022, in Italia, il 28,1% dei giovani riteneva che le aziende dovessero dare priorità alla tutela delle persone e del pianeta. un valore superiore a quello di Paesi Bassi (18,6%), Germania (22,2%) e Spagna (27,3%), ma inferiore rispetto alla Francia (28,4%).
Tra le principali economie europee, l’Italia si colloca tra i Paesi con una maggiore sensibilità verso la sostenibilità e la responsabilità sociale delle imprese, ma resta dietro a Grecia (30,6%) e Romania (33,7%), che mostrano i livelli più alti. Questo dato suggerisce che in Italia la consapevolezza sui temi ambientali e sociali tra i giovani è piuttosto elevata rispetto ad altri grandi Paesi europei, anche se con margini di crescita.